Il successo di un’azienda passa attraverso la felicità, la soddisfazione e il coinvolgimento delle proprie risorse. Dipendenti più coinvolti significa dipendenti più felici e soddisfatti e, di conseguenza, più produttivi. E non è un caso che le organizzazioni stiano investendo sempre più tempo per comprendere al meglio le richieste dei propri dipendenti e più risorse per introdurre nuove figure professionali che si prendano cura dei desideri e del benessere delle persone dal punto di vista dei percorsi di carriera, della formazione e degli obiettivi di crescita. Un ambiente di lavoro negativo influisce in modo pesante sulla produttività dei lavoratori; per far fronte a questo problema, e risollevare il livello di soddisfazione dei lavoratori, è emersa nel panorama mondiale questa figura nuova, a metà tra il manager e il motivatore.
In Italia lo chiamiamo Manager della Felicità, traduzione del termine inglese Chief Happiness Officer.
Chi è il Manager della Felicità? l Manager della felicità è tra le figure aziendali impegnate nella gestione del personale e propone un approccio mirato a creare un luogo di lavoro piacevole e di valore per le persone coinvolte.
Accanto alle attività di ricerca, selezione e gestione pratica delle posizioni lavorative, questa figura contempla aspetti maggiormente legati alla sfera emotiva e psicologica dei lavoratori, sviluppando strategie concrete per accrescere il loro grado di coinvolgimento con l’azienda.
Il suo obiettivo è rendere felici i dipendenti, occupandosi di attività quali:
– fare da mediatore tra azienda e personale;
– interpretare i bisogni dei lavoratori;
– fare in modo che ciascuno si senta soddisfatto e appagato della propria posizione e della vita lavorativa in generale.
Non si tratta di un intervento saltuario, bensì di un percorso nel tempo, che il manager deve saper formulare e assecondare in base alle necessità e alle condizioni iniziali.
Quali sono le sfere di competenza del Manager della Felicità, quindi? Eccone alcune:
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Reclutamento e onboarding;
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pianificazione delle carriere;
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gestione delle prestazioni;
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coinvolgimento e riconoscimento degli obiettivi raggiunti;
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off-boarding e pensionamento.
Nonostante il titolo, il Manager della Felicità interviene su elementi molto concreti e delicati, che riguardano lo sviluppo dei lavoratori all’interno dell’azienda, con l’obiettivo duplice di rendere il team più coeso e, allo stesso tempo, più efficace.
Valorizzare i dipendenti individualmente, favorirne la crescita professionale, aiutarli in percorsi di formazione e nell’acquisizione di skill sempre più sofisticate, creare un ambiente di lavoro basato sulla meritocrazia e sul gioco di squadra.Il CHO dedica molto tempo all’ascolto dei bisogni e delle esigenze delle persone che formano l’azienda, organizzando fasi di monitoraggio e di accrescimento del livello di motivazione e di soddisfazione tramite:
– questionari
– indagini aziendali
– colloqui personali.
Perché è importante la felicità in azienda?
La felicità in azienda è importante per superare con maggior efficacia e determinazione i momenti di particolare intensità lavorativa, promuovendo una collaborazione proficua e continua tra colleghi e superiori.
Unire lavoro e felicità risulta essere, quindi, una scelta particolarmente indicata per tutte quelle realtà che vogliono avere:
– stabilità;
– crescita;
– vantaggi competitivi.
Può apparire un discorso cinico, voler rendere più felici i dipendenti solo per fatturare di più e ottimizzare i processi aziendali, ma se si mette un attimo da parte la malizia e il pregiudizio, ci si rende conto che migliorare la vita dei lavoratori rendendo contestualmente l’azienda più solida non può che essere una vittoria per tutti.