17 Set 2019

La psicologia del turismo

La psicologia del turismo

Negli ultimi anni, all’interno di quell’ampio settore d’indagine che e’ la Psicologia Sociale, sta prendendo sempre piu’ piede e si sta sviluppando una nuova e importante branca definita Psicologia turistica.
L’attivita’ turistica e’ cresciuta costantemente nel tempo e sembra destinata ad una ulteriore crescita nell’immediato futuro, favorita parecchio dallo sviluppo moderno dei trasporti e delle comunicazioni.
Oltre a cio’, il turismo riveste una fondamentale importanza come fattore di benessere economico e di sviluppo sociale per molte zone depresse della terra, prive di altre risorse di sviluppo e di sostentamento. Di conseguenza, si puo’ affermare che l’attivita’ turistica e’ oggi il fattore piu’ decisivo fra gli agenti di cambiamento sull’ambiente dell’uomo. Un fattore che influenza non soltanto gli aspetti fisici del territorio, ma anche quelli sociali, psicologici e culturali.

A tutto cio’ bisogna aggiungere che, mentre nei secoli passati il viaggiare era un’attivita’ tipica soprattutto delle classi piu’ agiate, attualmente il turismo coinvolge milioni di persone di ogni livello sociale ed economico.

Anche in Italia il turismo rappresenta oramai la piu’ importante risorsa economica del Paese e, insieme ad importanti benefici economici, porta con se’ tutta una serie di altri fattori, sia individuali che sociali, che possono essere emotivi, cognitivi, culturali, geografici e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Come si puo’ notare, ci si avvicina sempre piu’ al campo di nostro interesse, la Psicologia. A tutto cio’ si associa il fatto che raramente il “fenomeno del turismo” e’ stato studiato approfonditamente all’infuori di quella che e’ la prospettiva puramente economica.
Chi si occupa di turismo (operatori turistici, imprenditori, enti, comuni, ecc…) tende, solitamente, a considerare questa attivita’ principalmente da un punto di vista geografico-economico, ignorando (volutamente o no) gli aspetti teste’ considerati, che sono invece da prendere in seria considerazione laddove si voglia coniugare ed integrare il fare turismo con gli innumerevoli fattori che su questa attivita’ incidono in vario modo. Pensiamo, solo per fare alcuni efficaci esempi, alla soddisfazione (o insoddisfazione) del turista per la vacanza, ai comportamento nella localita’ di vacanza, alle intenzioni e alle motivazioni che spingono gli individui a viaggiare, alle interazioni fra turisti e locali, ai processi decisionali che portano alla scelta di andare o no in vacanza.

I fattori psicologici sono stati, fra quelli che concorrono a delimitare l’ambito turistico, senza dubbio fra quelli meno studiati nel corso del tempo e, conseguentemente, il rapporto tra la psicologia ed il turismo solo recentemente si e’ andato consolidando ed coordinando.
Cio’ appare un po’ paradossale se si considera quanto detto in precedenza, cioe’ che l’attivita’ turistica rappresenta attualmente la piu’ importante risorsa del mondo, e considerando il fatto che la psicologia pervade oramai ogni ambiente della conoscenza e del comportamento umano.
Eppure, nonostante cio’, raramente scienza psicologica e attivita’ turistica si sono ritrovate ad interagire e a comunicare proficuamente.
Di sicuro, a prima vista e ad occhi inesperti, questi due settori d’indagine possono sembrare appartenenti a campi completamente lontani e a prospettive differenti.
In primo luogo perche’, come gia’ affermato, chi fa turismo gestisce la propria attivita’ prevalentemente in una prospettiva economica, di guadagno immediato; in secondo luogo perche’ chi fa psicologia di solito vuole soprattutto essere d’aiuto a persone che si trovano in particolari stati e situazioni, di malattia, e non si occupa di turismo.
O almeno questa e’ l’idea che possiede la maggior parte della gente comune.
Ma e’, senza alcun dubbio e in base a quanto fin qui detto, una visione piuttosto limitata.

La cosa certa, e’ che la psicologia italiana ha cominciato a rispondere solo recentemente a domande del tipo:

Chi e’ il turista? Cos’e’ il turismo?
Da cosa e’ motivato il turista?
Quali sono le peculiarita’ dei processi di scelta del turista?

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A livello internazionale, la definizione piu’ diffusa del “turista” lo identifica come quella persona che si trova fuori dalla sua abituale sede di residenza per un tempo minimo (in genere da uno a quattro giorni), in pratica chi si ritrova a dormire fuori casa per qualche giorno.
Altre definizioni aggiungono un ulteriore elemento e parlano di turista come chi spende il proprio reddito in un luogo differente da quello in cui lo produce.
Queste definizioni appaiono subito poco convincenti.
Infatti, possiamo inserire fra gli individui che rientrano in queste categorie anche soggetti che chiaramente non sono turisti, ad esempio militari che dormono nella caserma di un paese di cui non sono residenti, ricoverati che sono costretti a stare all’ospedale, lavoratori che spendono soldi nel luogo di lavoro che puo’ non essere quello in cui abitano.
Proprio per questi motivi, a questi due elementi della definizione, “il dormire fuori” e “lo spendere denaro in una sede lontana”, se ne aggiunge solitamente un terzo, un fattore psicologico appunto, cioe’ la motivazione, lo stato d’animo col quale il soggetto affronta sia il viaggio che le spese. Cosi’, la scelta del soggetto di viaggiare e spendere lontano da casa deve essere una scelta libera, volontaria.
Il turismo viene allora definito sia come uno spostamento prolungato che come una spesa, messi in atto dall’individuo volutamente e per motivi di piacere.
Soprattutto la ricerca scientifica, ma anche il senso comune, tende a considerare il turismo come una situazione esclusivamente legata al tempo libero, con caratteristiche particolari che la contraddistinguono. In particolare, la ricerca psicologica si e’ occupata soprattutto del viaggio “voluto”, quindi volontario.

Il rapporto che intercorre tra turismo e spostamento in generale puo’, quindi, essere rappresentato in sintesi, dal punto di vista psicologico, proprio in base alle motivazioni al muoversi. Questo e’, dunque, solo un breve ma efficace esempio di come il Turismo rientri pienamente nell’ambito di studi della Psicologia

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