23 Lug 2019

Come nasce Facebook?

Come nasce Facebook?

Facebook è il social network più utilizzato al mondo, con oltre due miliardi di iscritti. Fondato nel 2004 da Mark Zuckerberg, ha impiegato pochi anni per diffondersi in tutto il Mondo.

In principio il suo nome era Facemash. In una notte di ottobre del 2003, uno studente di psicologia che ama la programmazione di Harvard, tale Mark Zuckerberg, siede davanti al computer e guardando l’annuario universitario ha un’idea: creare un sito dove caricare tutte le foto degli studenti del college. Chi vi accede può votare la preferita tra due foto che il sistema seleziona casualmente. Nel giro di poche ore Mark riesce ad hackerare i database dei diversi studentati di Harvard e ad estrarre i nomi e le fotografie di tutti gli studenti.

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Nelle prime 4 ore di attività Facemash attirò 450 visitatori e 22.000 click sulle foto. Il sovraccarico di dati mandò in crash i server dell’università e Facemash venne chiuso dai vertici di Harvard pochi giorni dopo: Zuckerberg fu accusato di infrazione della sicurezza e di violazione della privacy degli studenti e venne punito con sei mesi di sospensione. Da qui inizia la storia di Facebook. Il successo ottenuto da Facemash convinse il giovane Mark Zuckerberg a proseguire nell’idea di offrire uno strumento agli studenti di Harvard per socializzare. Nel gennaio del 2004, Zuckerberg registra il dominio thefacebook.com e ha inizio la storia del socila network più visitato al Mondo e che ha cambiato per sempre la storia di Internet

Solitamente al nome Facebook viene associato sempre quelle di Mark Zuckerberg, ma l’attuale CEO dell’azienda non è l’unico fondatore del social network. Fin dall’inizio è stato aiutato da diversi colleghi di Harvard che risultano essere anche tra i co-fondatori della piattaforma: Eduardo Saverin, Andrew McCollum, Dustin Moskovitz e Chris Hughes. Per diventare il social network più utilizzato al Mondo con oltre due miliardi di iscritti Facebook ha subito cambiamenti e trasformazioni, tanto che è quasi banale definirlo solamente un social network.

Nel giugno del 2004 Zuckerberg e McCollum terminati gli studi, si trasferirono nella storica sede di Palo Alto (California) e durante l’anno successivo registrarono ufficialmente il dominio facebook.com

Facebook viene reso disponibile in lingua italiana il 14 Maggio del 2008, ma il suo boom arriva ad Agosto del 2008, quando si registrano su Facebook più di un milione e trecento mila visite.

A Novembre del 2011 sono 21 milioni gli italiani che hanno un account su Facebook, e di questi 13 milioni si collegano ogni giorno (di questi 7,5 milioni da mobile).
L’ultima rilevazione che si ha risale a Maggio 2017, ed i dati parlano di 30 milioni di utenti attivi al mese di cui 24milioni si collegano quotidianamente.

Il cuore del progetto di Zuckerberg è la piattaforma. La timeline permette di avere la storia della propria vita in digitale. Sostituisce l’anteprima delle foto che troviamo oggi su ogni profilo. Inserisce la memoria grazie a un software. E dai primi commenti in rete sembra piacere agli utenti. Ma soprattutto, l’arrivo di applicazioni di ogni natura (fino a oggi erano soprattutto giochi), musica, film, giornali, con la possibilità di vedere in tempo reale non solo che cosa piace, ma anche che cosa ascolta, che cosa legge, e così via, un nostro amico.

Viene spinta l’interazione in tempo reale. E fatto un passo in più verso una trasformazione della rete di cui si parla da tempo. Il web semantico. E cioè il passaggio dalle informazioni cercate con un algoritmo, sul modello di Google, a una ricerca che contempli anche il significato. Lo sviluppo del web sociale rende il concetto di semantico molto legato al significato che le informazioni hanno per la persona che “avvia” la ricerca. Il mondo di Facebook, così come annunciato da Zuckerberg, è un mondo digitale dove vedi il film perchè in quel momento lo sta guardando un tuo amico, magari uno con cui condividi la stessa passione. E’ un informazione piena di valore per l’utente.

Di tanto in tanto ci si chiede se Facebook sia una moda passeggera o qualcosa di più. Nel digitale cambia tutto alla velocità della luce, ma sembra che la risposta sia la seconda. Google ha capito che l’universo esplorato da Zuckerberg non può essere trascurato e, dopo alcuni tentativi, con Google Plus ha lanciato una sfida che ha tutte le caratteristiche per essere seria. Solo che trovare un motivo per uscire da Facebook sta diventando davvero difficile.

29 Mag 2019

Social media manager: chi è e cosa fa

Social media manager: chi è e cosa fa

Sempre più spesso nell’ultimo periodo si è sentito parlare di social media manager, ovvero quella figura professionale che è rivolta alle aziende, istituzioni e organizzazioni, ma anche a figure pubbliche che si occupano di curare la propria immagine sui social network.
Questa figura professionale opera attraverso i principali social tra i quali YouTube, Facebook, LinkedIn, Twitter, Instagram e tanto altro.
Gli obiettivi in genere sono diversi, ma quelli più noti sono i seguenti ovvero: aumentare le vendite di un prodotto, migliorare la notorietà di una marca oppure l’immagine di una azienda. Spesso si tratta di una persona che, comunque, segue un percorso scolastico e professionale ben definito.
Una gestione efficace delle pagine e dei contenuti condivisi, il coinvolgimento della fanbase e la risoluzione in tempo reale delle eventuali “crisi”, del resto, sono task fondamentali per chi ha intenzione di investire sui social e su una strategia digitale coerente.

Il social media manager possiamo dire che è quella figura professionale che, in qualche modo, rappresenta un’azienda, un’istituzione e ne cura il progetto sui social network.
I canali che utilizza un social media manager sono quindi quelli di un:

– libero professionista
– di un’azienda
– una realtà no profit

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Il lavoro però in genere non è per forza legato a generare profitti in modo diretto, ma più che altro a raggiungere degli obiettivi. Si tratta quindi di un professionista che lavora proprio sui social network che gestisce una o anche più piattaforme, in base a quelle che sono le proprie necessità. Ovviamente trattandosi di una figura professionale a tutti gli effetti, deve essere in possesso di determinati requisiti e quindi deve essere una persona competente, con esperienza e propensione verso il lavoro. Come abbiamo già anticipato, dunque, è una una figura professionale che si rivolge alle organizzazioni, alle aziende, alle situazioni ma anche a figure pubbliche che vogliono in un qualche modo curare la propria immagine sui social network.

Gli obiettivi possono essere davvero tanti, come ad esempio:

– aumentare le vendite di un determinato prodotto o servizio
– aumentare la notorietà di una determinata marca o di una determinata azienda

Detto ciò ci si chiede quali siano effettivamente i suoi compiti e quindi quale può essere il campo di azione. La risposta è piuttosto semplice, ovvero il social media manager si occupa di quelli che sono i profili Social e va a definire un vero e proprio piano editoriale per ogni canale, studiandone e creando i contenuti, ma soltanto dopo aver studiato un target di riferimento e stilato gli obiettivi ben precisi.

Una volta fissati questi ultimi, il social media manager va a studiare un piano specifico per il cliente andando anche ad individuare il social più adatto per raggiungere il suo obiettivo. Soltanto a questo punto sviluppa una strategia specifica e poi va a fissare quindi gli obiettivi, i competitor ed anche il budget. Soltanto in un secondo momento si va ad occupare della gestione operativa dei social, che si può anche organizzare insieme ad altre strutture figure professionali che facciano parte sempre del team. Successivamente deve necessariamente pensare a gestire il piano editoriale, andando a definire gli argomenti i tempi ed anche i formati.

In questa fase coinvolge anche altre figure professionali come il grafico, il copywriter, il montaggio video. Infine c’è una fase che dedicata alla gestione del pubblico e alla discussione con il pubblico, ovvero quella fase in cui la pagina Facebook diventa un vero e proprio canale di customer care.

Chiunque sia convinto che il lavoro del social media manager si limiti a postare contenuti su Facebook, Twitter e simili, e al massimo a rispondere a un paio di commenti, si sbaglia.
Curare i canali social di un’azienda, un ente, un’associazione o qualsiasi altro soggetto pubblico, infatti, significa mettere in gioco non solo conoscenze tecniche (rispondendo a specifiche domande, come: quali sono i tool migliori per la propria strategia digitale, come si calcola il ritorno sopra gli investimenti e come fare per massimizzarlo, quali sono le scelte di contenuto che premiano il coinvolgimento delle community), ma anche una serie di soft skill che hanno a che vedere, per esempio, con le dinamiche delle interazioni umane e i rapporti interpersonali.

Quello dei social media è un mondo in continua trasformazione: cambiano gli strumenti, cambiano gli algoritmi e, a volte, non basta “copiare” dai contenuti più virali del periodo i principi per una strategia social vincente. L’unica cosa che si può fare è rimanere costantemente aggiornati sulle novità del settore e imparare dalla propria stessa presenza in questi ambienti, anche quando ciò significa esporsi al rischio fail.