30 Giu 2016

Diventare imprenditori [07]

 

Corso per operatore all'infanzia - MODULO VII
Corso per operatore all’infanzia – MODULO VII

Le battute del corso operatore all’infanzia giungono al termine.

Questi ultimi moduli sono stati inseriti per permettere alle corsiste di trasformare una loro passione in lavoro perchè “se ami il tuo lavoro non lavorerai neanche un giorno”.

Molte al termine del corso diventeranno giovani imprenditrici, hanno scelto di formarsi per questo. Saranno competenti, professionali e capaci di gestire bambini, strutture e servizi.

 

Corso per operatore all'infanzia - MODULO VII
Autoimprenditorialità e start up

Questo è il quid che differenzia il corso per operatore all’infanzia organizzato da Psiche at Work dagli altri presenti sul mercato.

Permettere alle corsiste di realizzare il loro sogno nel cassetto, di avviare una struttura educativa, di essere protagoniste del loro futuro lavorativo e professionale.

Certo partire da zero non è facile, ma partire con un bagaglio di conoscenze e competenze e sapere di poter contare su consulenti esperti agevola di molto l’impresa.

Durante il modulo “come avviare una struttura socio educativa” hanno imparato a conoscere i costi diretti e indiretti, hanno capito quali sono i margini di guadagno possibili, cosa vuol dire dal punto di vista fiscale aprire una partita iva e gestire una attività, hanno studiato le normative regionali per l’avvio di asili e ludoteche. Sono venute a conoscenza di bandi e strumenti di finanziamento messi a disposizione dalla Regione Puglia per l’avvio di imprese al femminile, e per le donne non ci sono limiti d’età, bastano solo determinazione, creatività, competenza e tanta voglia di fare. Cose che oggi le nostre corsiste hanno grazie al percorso in aula e che sono pronte a sperimentare durante la fase di stage.

Corso per operatore all'infanzia: modulo VIIImarketing e comunicazione
Modulo VIII: Marketing e comunicazione

Nel prossimo modulo impareranno a farsi conoscere, a posizionarsi sul mercato, a comunicare la loro idea e a farsi apprezzare per l’innovazione proposta nelle loro strutture.
Come accennato, Psiche at Work offre servizi di consulenza anche per lo start up e l’autoimprenditorialità.

Avrete un sogno nel cassetto? Volete diventare protagonisti del vostro lavoro? Perché continuare a rinunciare alle proprie ambizioni? Gli strumenti ci sono, noi saremo accanto a voi offrendovi professionalità, competenza e qualità.

 

Vi aspettiamo!

21 Giu 2016

Giocare imparando [06]

Attività ludico-ricreative e laboratorialiLa realizzazione di attività manuali, l’uso di differenti materiali, l’assemblare,il ritagliare, in sintesi giocare imparando sono tutte attività centrali per la crescita dei bambini.

Nel modulo precedente abbiamo imparato quanto sia essenziale preparare l’ambiente di interazione del bambino secondo i paradigmi della pedagogia Montessoriana. Ricordiamo che è il periodo che va dai 3 ai 6 anni di età del bambino il momento di “formazione delle attività psichiche – sensoriali”.

I bambini  sviluppano i propri sensi concentrandosi sull’osservazione dell’ambiente circostante, ambiente che deve essere organizzato e predisposto a far sì che tale processo abbia luogo. Le attività manuali sono destinate a favorire l’educazione sensoriale, divenendo il presupposto per lo sviluppo dell’intelligenza e per l’estrinsecazione delle proprie potenzialità interiori.

Attività ludico-ricreative e laboratoriali

Nel modulo dedicato alle attività ludico ricreative e laboratoriali, la dott.ssa Rita Laneve ha insegnato allefuture operatrici all’infanzia come la creazione e la realizzazione di semplici lavoretti possa incidere positivamente sullo sviluppo psico-fisico dei bambini. Giocare con la sabbia, lavorare un pezzo di ovatta per trasformarlo in coniglietto, creare delle figure utilizzando elementi di riciclo, sono tutte attività molto semplici che arricchiscono l’esperienza del bambino, lo educano al tatto, gli insegnano a riconoscere vari elementi attraverso la loro consistenza, favoriscono lo sviluppo della sensorialità.

 

Attività ludico-ricreative e laboratoriali

Arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’evoluzione infantile in quanto coinvolgono tutti i sensi del bambino e ne rafforzano le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali. Per tutto il periodo della crescita, le attività ludico ricreative continueranno ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione. Inoltre, il gioco diviene anche il primo mezzo di educazione alla vita. La presenza delle regole,la gestione dei turni per utilizzare i materiali a disposizione, il rispetto dell’ambiente circostante, l’attenzione allo spreco sono piccoli tasselli che vanno a creare rinforzi positivi all’educazione civica, alla condivisione dello spazio e alla gestione dei tempi di gioco e di lavoro.

Attività ludico-ricreative e laboratoriali

 
Considerata la natura estremamente pratica del modulo, abbiamo pensato di regalarvi un mini tutorial di un’attività ludica per bambini disponibili sul canale Youtube di psiche at work e in una sezione specifica del nostro blog. Inoltre, a breve saranno disponibili altri mini tutorial utili per realizzare lavoretti per le festività natalizie e pasquali.

Il modulo ha riscosso molto successo tra le nostre corsiste. Parte da loro l’idea di condividere con mamme, papà e nonne le attività laboratoriali della dott.ssa Laneve, attività che aiuteranno il nostro bambino a “crescere giocando”.

Per partecipare è necessario prenotarsi inviando una mail a questo indirizzo info@psycheatwork.com o telefonando 800.30.16.57

15 Giu 2016

Bambini all’opera nella pedagogia montessoriana [05]

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Bambini all’opera nella pedagogia montessoriana

L’argomento del blog di oggi è uno dei temi centrali del corso per operatori all’infanzia. Vivere la crescita del bambino non solo come una fase della vita, ma trasformarla in un strumento per renderlo partecipe del mondo dovrebbe essere una delle sfide più affascinanti per ciascun genitore, educatore, insegnante ed operatore.

Il principio fondamentale della pedagogia montessoriana sta nel ruolo dedicato all’educazione, vista non come una tappa dello sviluppo, ma come una esperienza che accompagna l’individuo per tutta la vita, finalizzata a mettere fuori il potenziale che ciascun individuo dispone sin dalla nascita. Per aderire al meglio a questa missione, l’operatore all’infanzia deve conoscere in maniera approfondita i mezzi attraverso i quali trasformare la crescita del bambino in un insieme di esperienze costruttive.

Il focus fondamentale dell’approccio montessoriano sta nel considerare l’età dello sviluppo a partire dalla nascita fino ai 24 anni di vita. Le fasi sono quattro e ciascuna si differenzia per la tipicità dello sviluppo che le caratterizza. Ci saranno infatti, periodi creativi (infanzia e adolescenza) e periodi di crescita uniforme (fanciullezza e maturità).
In questa sede viene preso in considerazione il periodo creativo dell’infanzia che va da zero a tre anni.

Il viaggio nell’affascinante mondo della pedagogia montessoriana inizia con la pedagogia del fare: tutto, a partire dall’ambiente, diviene strumento per imparare, conoscere e crescere.
Si accendono i riflettori sull’importanza del movimento corporeo connesso allo sviluppo del pensiero,  dell’apprendimento, del linguaggio, sulla realizzazione di attività auto-rinforzanti, sul movimento autonomo per lo sviluppo della mente.

L’ambiente nel quale il bambino si muove è un “ambiente preparato” per permettere la spontaneità e la libera scelta delle attività da fare tra una gamma di attività possibili.

È bello, curato ed accogliente, per stimolare il desiderio di  esplorarlo, conoscerlo, appartenervi e prendersene cura; è ordinato e stimolante, per permettere alla curiosità di trasformarsi in concentrazione e memoria; è polifunzionale; è interconnesso ed interdipendente verso l’esterno.

I materiali di sviluppo sono progettati, implementati, strutturati per rispondere ad una precisa finalità; sono auto-educativi, ed auto-correttivi, così la percezione dell’errore, consente al bambino stesso di controllare l’errore e stimola la verifica, l’autovalutazione, l’autonomia. Tutto viene studiato nei minimi dettagli per permettere al               “creatore inconscio” di portare fuori il suo potenziale per creare se stesso come essere umano completo.

Tutto deve permettere alla “mente assorbente” del bambino di far emergere le energie creative.

In un ambiente volto all’auto educazione dunque, quale diventa il ruolo dell’operatore all’infanzia?

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All’operatore è affidato il compito di accompagnare il bambino nelle varie fasi della vita lasciando a lui la piena libertà di azione e movimento.

L’operatore diviene un vero e proprio maestro di vita e di cultura. È suo compito preparare l’ambiente nel quale il bambino dovrà trovare stimoli per crescere, scoprire, conoscere apprendere.

È colui che attraverso le attività dovrà organizzare e osservare lo sviluppo psichico del bambino.

All’operatore è affidato il compito di accompagnare il bambino nelle varie fasi della vita lasciando a lui la piena libertà di azione e movimento.

In base a quanto descritto, ci piacerebbe capire come, secondo voi, le differenti tipologie di educazione (classica e montessoriana) possano oggi coesistere in un ambiente scolastico abbastanza strutturato come quello italiano.

Quanto l’approccio montessoriano possa aggiungere valore all’esperienza educativa dei vostri figli? Cosa vorreste importare del metodo montessoriano all’interno della scuola tradizionale?

L’avvento della tecnologia può realmente essere considerata un valore aggiunto per l’apprendimento e per lo sviluppo del bambino già a partire dai primi mesi di vita, o sarebbe opportuno, almeno nell’età dell’infanzia, ricorrere a strumenti educativi classici?

In attesa delle vostri racconti, vi inviamo a seguire il blog per rimanere aggiornati sulle lezioni del corso.

Prossimamente parleremo di attività ludico ricreative per bambini.

07 Giu 2016

Alimentazione e cure per l’infanzia [04]

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Come da programma sabato scorso si è concluso anche il modulo sulla sicurezza alimentare per bambini e sulle malattie pediatriche. In aula due autorevoli docenti, la Dott.ssa Marika de Tullio che ha parlato di alimenti per l’infanzia, igiene e sicurezza alimentare e il Dott. Saverio Cramarossa che ha illustrato le principali patologie dell’infanzia, la prevenzione dei rischi e i cenni di primo soccorso.

Due argomenti molto interessanti, che abbracciano in maniera trasversale due mondi affini tra loro: quello dell’assistenza all’infanzia e quello delle mamme.

Introduciamo gli argomenti partendo da una domanda generale: cosa sono gli alimenti per l’infanzia?

E ancora: quali sono gli alimenti per la prima infanzia e quali quelli per l’infanzia?

 

Distinguiamo le due categorie: la prima infanzia va da 0 a 12 mesi di vita del bambino.

Gli alimenti per l’infanzia, invece, si riferiscono ai bambini di età compresa tra il primo anno di vita fino ai tre anni compiuti. Scendendo nel dettaglio, vengono conosciuti come alimenti per la prima infanzia (da zero a sei mesi) e alimenti di proseguimento (da sei mesi a tre anni).

La distinzione è necessaria proprio per la particolarità degli elementi riscontrati in queste differenti classi di alimenti. L’Italia  presta molta attenzione alla certificazione degli alimenti e dei contenuti degli stessi, sia in termini di agenti allergici sia come elementi contaminanti. Durante il corso è stato insegnato alle corsiste a leggere bene l’etichetta in modo tale da riconoscere la vera natura dell’alimento che si intende somministrare, andando oltre il messaggio pubblicitario che spesso presenta lo stesso alimento come altamente funzionale e ricco di elementi naturali e salutari.13329428_593988494092359_7448507769906506230_o

Si pensi al comune formaggino.  Spesso i bambini ne sono attratti, complici anche i jingle delle pubblicità che li incuriosiscono. Si pensi però alla presenza dei sali di fusione  che hanno appunto lo scopo di rendere la massa casearia in alimento solido. La sola presenza di questi agenti rende l’alimento non propriamente adatto ai bambini di età compresa tra i sei e i dodici mesi.

E di esempi del genere ce ne sono parecchi, in qualsiasi categoria alimentare: dalla pasta ai biscotti, dallo yogurt alla frutta in vasetto. Per questo è opportuno saper leggere l’etichetta, conoscere le sigle con cui vengono citati determinati componenti aggiuntivi, si tratti  solo conservanti e coloranti.

Ulteriore approfondimento è stato dedicato al latte e alle tecniche di svezzamento. Partendo dalle indicazioni sulla somministrazione delle poppate e sui metodi di svezzamento forniti dall’OMS, si sono analizzati due differenti approcci: lo svezzamento classico e l’auto svezzamento.

Ad esempio, voi mamme, che tipologia di svezzamento avere preferito per il vostro bambino?

Quella classica dal quarto- sesto mese in poi con classiche pappe proposte ad orari prestabiliti, o avete preferito l’auto svezzamento aspettando che fosse il bambino a chiedere di poter assaggiare un determinato alimento una volta seduto a tavola con voi?

13392298_594249107399631_5972279201749362322_oIl dottor Cramarossa, ha illustrato i  vari approcci definendo comunque quali sono le regole generali per lo svezzamento. Ha sottolineato come “in ogni caso è il  periodo che intercorre tra il 4° e il 6° mese il  periodo in cui il sistema immunitario intestinale tende a riconoscere come “amici” gli alimenti riducendo (ma non azzerando!) il rischio di sviluppare intolleranze alimentari.”

Alle corsiste sono state fornite anche indicazioni sulla frequenza settimanale con cui proporre degli alimenti sia in fase di svezzamento che in fase di mantenimento e su come cucinare gli stessi a seconda dell’età dei bambini.

Ad esempio, durante il primo anno di vita per i bambini è consigliata una alimentazione iposodica. Molte mamme continuano ad evitare l’aggiunta del sale nella cottura della pasta fino al secondo anno di vita.

Voi mamme e operatrici ritenette corretta questa scelta?

Il modulo si è concluso con un approfondimento sulle malattie esantematiche e sulle principali patologie pediatriche. È opinione comune che durante il primo anno d’asilo i bambini, venendo a contatto tra loro, siano più esposti al contagio facendo spesso verificare delle vere e proprie epidemie scolastiche.

Il dottor Cramarossa ha edotto le coriste sulla sintomatologia di ciascuna patologia, sulla specificità di ognuna, sulle terapie e sugli eventuali farmaci da somministrare, sempre previo consulto pediatrico.

Salvaguardare la salute dei bambini è il nostro principale obiettivo. Durante questo corso abbiamo coinvolto esperti che hanno messo a disposizione le loro competenze per formare personale qualificato e competente in materia.13350495_594247467399795_734334650233913328_o

Le vostre opinioni e le storie di vita ci aiutano a completare il lavoro intrapreso fin qui e ci offrono spunti per ulteriori approfondimenti.

Per questo l’opinione di ciascun lettore diventa essenziale in questa fase del percorso.

Anche le stesse corsiste e i docenti avranno modo di interagire e di approfondire specifiche tematiche affrontate in aula.

 

Miriamo ad essere migliori e i vostri contributi, dubbi, domande e storie di vita, di fatto, ci aiuteranno ad esserlo.

Staff@Psyche at Work