30 Giu 2021

Autocontrollo e gestione delle emozioni

Autocontrollo e gestione delle emozioni

L’autocontrollo è la capacità di controllare le proprie emozioni, desideri e comportamenti a fronte di richieste esterne, per funzionare nella società. In psicologia viene chiamato auto-regolamentazione o self-regulation, sebbene questo sia di per sé un concetto più ampio [Thompson, R. A. (1994)].

L’autocontrollo è fondamentale nel comportamento umano per raggiungere gli obiettivi e per evitare gli impulsi e/o l’emozioni che potrebbero rivelarsi negative o addirittura distruttive [Timpano, K. R.; Schmidt, N. B. (2013)].

Inoltre il suo uso prolungato, a lungo termine, può rafforzare e migliorare la capacità di sapersi controllare nel tempo.

Avere autocontrollo significa essere concentrato sui tuoi obiettivi e in un certo senso ha una stretta relazione con il significato di resilienza.

In questo articolo ti consigliamo 8 suggerimenti utili per sviluppare la tua forza di volontà per autocontrollarti.

1.    Evitare le tentazioni

Le persone che sembrano avere una forza di volontà d’acciaio sono quelle che tendono a non esporsi al maggior numero di tentazioni. In pratica queste persone piuttosto che limitarsi a resistere, sono molto brave ad evitare le tentazioni.

2.    Definire su quale obiettivo indirizzare l’autocontrollo

Ciò che devi fare è fissare un obiettivo concreto, il più specifico possibile.

3.    Fare dei gargarismi con acqua e zucchero

Dei semplici gargarismi con dell’acqua e zucchero – senza deglutire – possono innescare nel cervello i meccanismi collegati al controllo di sé. I gargarismi probabilmente hanno un effetto ingannatore sul corpo. Il gusto di zucchero infatti sembra crei un’aspettativa fisiologica e il corpo si pone in condizioni di allerta o sveglia poiché attende maggiori quantità di energia. Tuttavia questo trucchetto può valere solo per poco tempo.

4.    Mangiare sano e regolare

Il potenziale del tuo cervello diminuisce tanto più tempo stai a stomaco vuoto. La fame rende difficile concentrarsi sui compiti quotidiani, ti rende scontroso e pessimista.

Per rimanere focalizzato sui tuoi obiettivi e mantenere alta la resistenza alle tentazioni, assicurati di essere ben alimentato per tutto il giorno. Consuma degli snack sani costantemente senza far passare troppo tempo da uno spuntino e l’altro.

Mangiare spesso regola i livelli di zucchero nel sangue e migliora la tua capacità decisionale e la concentrazione.

5.    Non fare ciò che sembra giusto

Migliorare la tua auto disciplina significa cambiare le tue abitudini, che molto probabilmente vorrà dire affrontare una certa dose di sacrificio e imbarazzo.

Se rompi una cattiva abitudine e ne costruisci una nuova, non t’impone soltanto di prendere decisioni attive ma rischi anche di soffrire.

Il tuo cervello cerca in ogni modo di resistere al cambiamento in favore di ciò che già conosce bene. La soluzione? Abbraccia questa sensazione di fastidio. Ci vorrà un po’ prima che il tuo cambiamento dia i frutti sperati. Resisti. Sii tenace e la padronanza di te stesso arriverà.

6.    Crearsi uno svantaggio

Se l’esercizio di un vizio è molto più facile della pratica di autocontrollo, devi trovare il modo per rendere più difficile fare la scelta sbagliata.

7.    Fare pratica ed esercizio

Il modo più semplice per migliorare e aumentare le proprie capacità di autocontrollo è quello di far pratica.

Il Googler Matt Cutts suggerisce che è più facile migliorare la tua vita di 30 giorni alla volta. Non è una tecnica nuova, ma può essere di grande aiuto.

8.    Usare le immagini mentali

Usa le immagini mentali per cambiare il modo di vedere una tentazione.

Questa tecnica di autocontrollo emotivo fu scoperta da Walter Mischel, creatore del famoso test di studio del 1960 con i bambini protagonisti dell’esperimento marshmallow o chiamato più correttamente della gratificazione differita.

Con le giuste strategie, come quelle che ti abbiamo proposto in questo articolo, puoi evitare le tentazioni e diventare una persona più autodisciplinata.

23 Giu 2021

Rimedi e consigli su come combattere l’ansia

Rimedi e consigli su come combattere l’ansia

L’ansia è un disturbo in cui le persone ansiose trasformano dei problemi banali in una serie di sintomi psicosomatici. L’ansia può distruggere qualsiasi forma di sicurezza. Si vive nella costante paura dell’ignoto e si finisce per provare tutti i tipi di rimedi per avere sollievo.

Durante un episodio ansiogeno, un individuo sperimenta:

  • Palpitazioni;
  • palmi sudati;
  • tremori;
  • bocca secca;
  • irrigidimento dei muscoli del torace e del collo;
  • difficoltà di respirazione;
  • vertigini;
  • paura di perdere il controllo.

Ciò che viene raramente menzionato sono gli altri sintomi che compaiono a seguito dell’attacco di ansia. Includono:

  • forti mal di testa intrattabili,
  • dolori alla parte superiore del corpo;
  • forti dolori alla parte bassa della schiena;
  • crampi muscolari addominali;
  • sensazione incessante di stanchezza;
  • mancanza di energia anche dopo lunghe ore di sonno.

Ciononostante porti tutti questi sintomi e complicanze, l’ansia si può sconfiggere e addirittura curare con vari metodi.

Uno di essi è la terapia psicologica cognitivo-comportamentale, che è costituita da due componenti: la terapia cognitiva, che riesce a curare l’ansia, e la terapia comportamentale modifica e allevia i comportamenti legati ad ansia e attacchi di panico.

La terapia può anche prevedere trattamenti sulla gestione dell’ansia come, ad esempio, i farmaci ansiolitici e le modifiche allo stile di vita, come iniziare a svolgere esercizi fisici, cambiamenti nella dieta con scelta i cibi anti ansia e riduzione di caffeina e altri alimenti eccitanti.

Comunque, in tutti i casi, il primo passo per gestire e curare l’ansia è quello di identificare le situazioni specifiche che ci rendono stressati o ansiosi e quando abbiamo problemi di coping, magari con un diario dei sintomi, che può anche far trovare il modo per neutralizzare il problema specifico della preoccupazione.

Anche il problem-solving, sempre dopo aver identificato la situazione specifica che causa l’ansia, è una tecnica utile per curare l’ansia e quindi il malessere che ci affligge.

Altre tecniche durante l’episodio ansiogeno possono essere esercizi di respirazione (rallentamento del respiro), tecniche di rilassamento (del corpo), esercizi di consapevolezza e gestione del pensiero (ad esempio la sostituzione del pensiero o le strategie del coping).

L’obiettivo di questo articolo è mostrarti le soluzioni su come curare l’ansia e come imparare a gestirla in ogni momento, una serie di esercizi che ti aiuteranno a scacciare i momenti angoscianti e consigli per arginare anche gli attacchi di panico che spesso causano perdita di controllo eccessiva.

16 Giu 2021

Reazione attacco o fuga e stress

Reazione attacco o fuga e stress

La reazione di attacco o fuga chiamata anche “reazione da stress acuta” o “fight or flight reponse” è stata descritta da Walter Cannon nel 1920. Secondo questa teoria, gli animali compreso l’uomo, reagiscono alle minacce con una scarica generale del sistema nervoso simpatico.

Quando sperimentiamo eccessive sollecitazioni, che siano preoccupazioni interne o circostanze, una reazione esterna del corpo viene attivata, chiamata “reazione attacco o fuga”. Il grande fisiologo Harvard Walter Cannon, capì che la risposta alle minacce è memorizzata profondamente nel nostro cervello e rappresenta una saggezza genetica. E’ qualcosa di “progettato” per proteggerci dai danni fisici.

Quando la nostra reazione di attacco o fuga è attivata, sostanze chimiche come l’adrenalina, la noradrenalina e il cortisolo vengono rilasciati nel flusso sanguigno. Queste cellule nervose attivate e il rilascio di sostanze chimiche causano nel nostro corpo una serie di cambiamenti molto evidenti.

Quando il nostro sistema di attacco o fuga è attivato, tendiamo a percepire tutto l’ambiente come una possibile minaccia per la nostra sopravvivenza. Si tende così a vedere tutto e tutti come un possibile nemico, entrando in una situazione di stress eccessivo. La sopraffazione dallo stress eccessivo, trasforma la nostra vita in una serie di emergenze a breve termine. Perdiamo la capacità di rilassarci e goderci il momento. Passiamo da una crisi all’altra, senza mai staccare la spina.

Questo malessere però non è del tutto negativo. Di solito fornisce la motivazione per cambiare la nostra vita in meglio. Siamo spinti a fare un passo indietro e guardare il quadro generale della nostra vita. Ci costringe a esaminare le nostre convinzioni, i nostri valori e i nostri obiettivi.  La scarica di adrenalina ci infonde l’eroismo e il coraggio nei momenti in cui siamo chiamati a proteggere e difendere la vita e valori in cui crediamo, come nel caso di mamme che salvano i propri figli, o di pompieri al lavoro.

Per difendersi dallo stress eccessivo suscitato da questa reazione, la cosa migliore è imparare a riconoscere i segnali dell’attacco o fuga (ansia, frustrazione, rabbia, difficoltà di concentrazione, …), ma è importante anche sfruttare questi momenti adrenalinici per affrontare al meglio situazioni psicologiche “paurose”, grazie agli effetti benefici quali acutezza mentale, consapevolezza e capacità di tollerare il dolore.

16 Giu 2021

Il malcontento sul posto di lavoro

Il malcontento sul posto di lavoro

Cosa alimenta il malcontento sul posto di lavoro

Com’è l’umore dei dipendenti? Sono produttivi o passano la maggior parte del tempo a spettegolare o puntare il dito? Errori comuni possono essere:

  1. Mancanza di fiducia da entrambe le parti: manager che non si fidano che i dipendenti facciano il loro lavoro, o dipendenti che non si fidano dei loro capi perché li vedono impegnarsi solo in telefonate per tutto il tempo.
  2. Carenza di comunicazione – La comunicazione può andare storta in diversi modi: troppe poche informazioni, intimidazioni, tralasciare dettagli essenziali, mancanza di coinvolgimento, direttive poco chiare e indicazioni imprecise.
  3. Comportamento illecito – Mostrare favoritismi per un individuo o gruppo o dipendenti rispetto a un altro.

 

Cosa alimenta l’ambiente negativo?

-Non affrontare i conflitti nella squadra di lavoro in modo tempestivo o appropriato. Ignorare la situazione o rimandarla ai dipendenti per risolverli da soli;

-Non saper gestire la performance dei dipendenti, consentendo il mancato controllo di prestazioni scadenti;

-Relazione incoerente con i dipendenti offrendo ricompense, premi o qualsiasi cosa che distingua qualcuno;

-Spettegolare;

-Non assumersi la responsabilità di errori o sbagli.

Conseguenze sui dipendenti

La tensione provoca rallentamento della produttività e inficia la qualità del lavoro, creando spaccature nel team fino alle dimissioni dei dipendenti.

Se i dipendenti non si fidano dei loro manager, può derivarne una mancanza di rispetto e riluttanza a rispondere a loro. Con un conseguente morale basso.

I dipendenti che non si sentono rispettati, avvertono la necessità di essere trattati in modo equo o di ottenere il supporto di cui hanno bisogno per lavorare in modo efficace per cui, spesso troveranno altri lavori, portando con sé le proprie capacità e potenzialità.

Per l’azienda emergono nuovi costi di assunzione e formazione di nuovi dipendenti.

Suggerimenti

Per un leader è necessario comprendere il ruolo dei subalterni diretti, come si inseriscono nel quadro generale dell’azienda. E’ importante comprendere le competenze, l’esperienza e le motivazioni di ciascun membro del team affermando un comportamento professionale ed etico.

I leader fiduciosi richiedono rispetto, dimostrato da:

-Delegare compiti, dare scadenze chiare e confidare che il lavoro sarà svolto bene

-Decisioni sicure, forti e chiare

-Dare credito a grandi e piccoli successi

-Non spettegolare o mostrare favoritismi

-Aspettandosi il progresso, non la perfezione

-Creare un ambiente di apprendimento continuo, aiutare il proprio team nell’ottenere prestazioni migliori e a crescere in sicurezza e abilità.

I manager dovrebbero ricevere una formazione che li aiuti a saper gestire il personale. Per esempio, dovrebbero saper gestire i conflitti, fornire consulenza ai dipendenti e (perché no?) trovare un mentore che sollevi i manager in difficoltà per migliorare la guida di squadre.

Un’altra via percorribile sarebbe quella di rivolgersi ad un Ufficio delle risorse umane in outsourcing che aiuti le aziende ad affrontare i problemi fornendo risorse di formazione e guida.

09 Giu 2021

La nostalgia favorisce la creatività

La nostalgia favorisce la creatività

La nostalgia non dev’essere per forza uno stato d’animo negativo.

Una ricerca sorprendente che è stata pubblicata pochi anni fa svela come far ritornare l’ispirazione artistica a coloro che l’hanno persa (Wijnand A.P. van Tilburg, 2015).

“La nostalgia sentimentale per i giorni passati”, sostengono, “sfrutta il passato per impegnarci nel presente e nel futuro”, e quindi “stimola la creatività e influenza l’espressione creativa.” La creatività, ha il potere di unire i concetti più disparati e la nostalgia fa qualcosa di simile evocando il passato, nel contesto del presente.

I ricercatori hanno testato direttamente la loro tesi nei primi due dei loro quattro esperimenti, che hanno chiamato in causa studenti dell’Università di Limerick. L’esperimento inizia con l’istruzione di “pensare ad un evento passato che ti fa venire nostalgia.” È stato poi chiesto loro di “immergersi nell’esperienza nostalgica” e poi scrivere su di essa per cinque minuti. All’altra metà degli studenti è stato chiesto di pensare ad una “esperienza ordinaria” del loro passato, e di scriverne per cinque minuti. A tutti i partecipanti è stata poi data una mezz’ora per scrivere una storia. Due codificatori successivamente hanno valutato ogni storia per la sua creatività su una scala da uno a sette. Hanno riferito che, in media, coloro che si trovavano in una situazione di nostalgia hanno prodotto prose più creative degli altri.

Ma è stata soltanto la nostalgia a mettere i partecipanti in uno stato d’animo migliore, affinché la loro immaginazione fosse ispirata? Per scoprirlo, i ricercatori hanno condotto un altro esperimento, con 106 studenti americani reclutati. Ancora una volta, la metà sono stati invitati a descrivere brevemente un evento che li ha fatti sentire nostalgici. All’altra metà è stato chiesto di pensare a “un evento fortunato nella vostra vita,” e scrivere su questo. Infine, a tutti i partecipanti sono state date 10 parole comuni, tra cui “sole”, “acqua”, “denaro” e “sesso” e incaricati di “cercare di scrivere una frase creativa” su ogni termine. Ancora una volta, i codificatori hanno valutato ogni frase per la creatività su una scala da uno a sette. I risultati dimostrano che pensare a un evento nostalgico o fortunato potenzia e migliora l’umore dei partecipanti. Tuttavia, coloro in stato di nostalgia hanno segnato un punteggio più alto su ciò che riguarda la “apertura alle nuove esperienze” e, soprattutto, i loro punteggi si sono rivelati superiori in termini di creatività linguistica.

Tutto suggerisce che “l’apertura che scaturisce dalla nostalgia” favorisca la creatività, concludono i ricercatori.

L’obiettivo di questo articolo è mostrarci che la nostalgia, come altri sentimenti negativi, non devono assolutamente fermarci dallo svolgere qualsiasi cosa nella vita di tutti i giorni. L’importante è cogliere le potenzialità di tutto ciò che ci circonda.

09 Giu 2021

WELFARE AZIENDALE: COS’È E PERCHÈ FA FELICI DIPENDENTI E AZIENDE

WELFARE AZIENDALE: COS’È E PERCHÈ FA FELICI DIPENDENTI E AZIENDE

Per welfare aziendale si intende l’insieme di iniziative, beni e servizi messi a disposizione dall’impresa come sostegno al reddito per accrescere il potere di spesa, la salute e il benessere del lavoratore con contratto a tempo indeterminato.

In questa particolare fase di emergenza sanitaria legata al Covid-19, tra smart working e graduale ripresa delle attività produttive in sede, le aziende sono chiamate a un nuovo senso di responsabilità e a fare del welfare una strategia a tutto campo. I dipendenti costituiscono il vero patrimonio di ogni azienda soprattutto su un mercato dove le risorse più qualificate sono scarse e la motivazione e la fidelizzazione del lavoratore sono essenziali. Un welfare aziendale evoluto e personalizzato permette alle aziende di rafforzare la propria immagine come datore di lavoro (employer branding), di attrarre talenti e ridurre il turnover. Le tecnologie digitali sono lo strumento chiave per supportare questo ruolo attivo da parte delle organizzazioni nella tutela della salute e della soddisfazione dei dipendenti. Il welfare aziendale è per definizione un tentativo di risposta ai bisogni dei lavoratori e può e deve avere un ruolo anche in questo difficile periodo. Per queste persone il welfare aziendale può diventare un aiuto inaspettato da parte del datore di lavoro. Non è lo stesso welfare aziendale della situazione ordinaria, ma una sorta di welfaredi crisi. Maggiore spazio può essere dato alle soluzioni di assistenza sanitaria, alle misure per la cura dei figli, alle somme per il rimborso delle spese sostenute per la cura degli anziani e delle persone non autosufficienti, ai buoni multiservizi utili all’acquisto dei beni di prima necessità e all’assistenza psicologica gratuita. Nella fase di ripartenza dopo la crisi coronavirus il welfare aziendale diventa più che mai vicinanza alle persone, ascolto delle loro esigenze differenziate, attenzione alle loro ansie e incertezze sul futuro, sicurezza psicofisica nella presenza in sede. Un nuovo welfare aziendale supportato dalle tecnologie porta vantaggi sia ai dipendenti che alle imprese, grazie all’aumentata attenzione alle misure di prevenzione e tutela della salute e del benessere delle persone, ai risparmi di tempo e di costi e all’aumento di produttività, coinvolgimento e retention delle risorse umane.

Come funziona il welfare aziendale e perchè conviene

Tra i benefit per i dipendenti possono essere considerati i servizi di “welfare familiare”, come asili nido, colonie estive e spese scolastiche, le prestazioni di “utilità sociale” con finalità educative, ricreative, di assistenza sociale e sanitaria, nonché la previdenza complementare e le casse sanitarie. Uno dei vincoli è che siano erogati a tutti i dipendenti, o a categorie omogenee degli stessi. Ma se pensiamo ai costi e benefici del welfare, la bilancia pende dalla parte dei benefici sia per l’azienda che per il dipendente, che ne traggono un vantaggio reciproco. Un piano di welfare aziendale prevede infatti servizi che riducono il cuneo fiscale sia per l’azienda che per il dipendente, aumentando al contempo il potere d’acquisto di quest’ultimo e incidendo su fattori come clima aziendale e conciliazione famiglia-lavoro, con benefici misurabili sulla produttività aziendale.

I vantaggi per le aziende

Le iniziative di welfare aziendale agiscono sul livello di engagement dei dipendenti, cioè sul loro livello di ingaggio, di motivazione al lavoro e, di conseguenza, sulla loro produttività, perché se sono più soddisfatti sono anche più disponibili a impegnarsi e a produrre secondo i tempi e gli obiettivi dati. I benefici per le aziende sono molteplici: si abbassano anche i livelli di assenteismo, i tempi di rientro dai congedi facoltativi e si riduce il turnover perché l’azienda favorisce la conciliazione dei tempi di cura e tempi di lavoro. Inoltre, il clima che tende a crearsi in ufficio, positivo e collaborativo, si riflette anche sull’employer branding, cioè sull’attrattività dell’impresa come posto di lavoro. Inoltre, con la conversione dei premi di produttività in servizi di welfare l’impresa viene alleggerita del carico fiscale grazie alla deducibilità dei costi. Infine, la disponibilità oggi di piattaforme digitali, con una gestione da parte di terzi che stipulano gli accordi con i fornitori di servizi, sgrava ulteriormente l’azienda della gestione operativa dei suddetti servizi.

I vantaggi per i dipendenti

I vantaggi per i collaboratori non si limitano all’aspetto puramente economico: il supporto al miglioramento del cosiddetto work-life balance, la conciliazione tra lavoro e vita privata, grazie a una pianificazione efficace delle attività e a una maggiore flessibilità oraria è sicuramente uno dei benefici più apprezzati. La consapevolezza che l’azienda prenda a cuore il benessere psicofisico contribuisce a motivare i collaboratori e farli sentire più apprezzati, con una diminuzione consistente dei livelli di stress e un clima aziendale decisamente più collaborativo. In questo circolo virtuoso, il raggiungimento degli obiettivi si verifica con maggiore facilità, generando ulteriori riconoscimenti.

Come migliorare la qualità della vita in azienda?

Innumerevoli sono le azioni che è possibile compiere per migliorare la qualità della vita in azienda, come ad esempio:

– Riconoscere e premiare gli sforzi profusi dai propri collaboratori: Ripartire dal riconoscimento significa osservare sistematicamente le performance dei collaboratori, identificando e valorizzando i comportamenti virtuosi e conseguentemente indirizzando gli approcci futuri.

– Introdurre orari di lavoro flessibili: dare la possibilità di rimodulare la giornata lavorativa standard e sperimentare alcuni meccanismi di telelavoro è di grande supporto alla qualità della vita.

– Favorire la mobilità sostenibile: Per supportare la qualità della vita al lavoro, l’azienda può organizzare o agevolare operazioni di car-sharing tra colleghi e fornire strumenti di agevolazione alla mobilità, contribuendo attivamente all’incremento della sostenibilità ambientale.

– Supportare la famiglia: Qualunque misura a favore della famiglia, fulcro fondamentale della vita privata di ognuno, è sicuramente una mossa vincente. Alcuni esempi possono essere la già citata flessibilità oraria, la possibilità di rimodulare il proprio contratto (introducendo il part-time), l’offerta di baby-sitting o asilo aziendale.

Attraverso queste azioni “chiave” sarà possibile favorire, anche in relativamente poco tempo, un clima aziendale migliore, un maggiore coinvolgimento dei collaboratori e una performance ottimale dell’organizzazione stessa.

 

 

04 Giu 2021

Risolvere i problemi e il Paradosso del Lampione

Risolvere i problemi e il Paradosso del Lampione

Nella vita spesso ci ritroviamo ad affrontare problemi, inoltre ci ritroviamo sempre dinnanzi al paradosso del lampione.

Per definire il “Paradosso del Lampione”, partiamo da una storiella tratta da “Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Watzlawick:

“Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa. Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto. ‘La mia chiave’, risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarla. Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averla persa lì. L’altro risponde: ‘No, non qui, là dietro; solo che là è troppo buio’.”

Questa storiella ci descrive esattamente che provare nuove strade ci costa troppa fatica, infatti siamo spesso prigionieri dei “lampioni” che abbiamo in testa, rappresentati da quelle soluzioni adottate con successo in passato e che continuiamo a voler adattare con testardaggine a qualsiasi problema che incontriamo.

Per affrontare i problemi senza incappare nel paradosso del lampione il modo migliore è il problem solving strategico, che si articola in tre parti.

  1. Definire il problema. Per definire al meglio il problema bisogna imporsi un “dialogo strategico”, ovvero una sequenza di domande ben calibrate:
  • In COSA consiste il problema che stiamo affrontando?
  • DOVE si presenta?
  • QUANDO si manifesta?
  • Con CHI si presenta?
  • COME si concretizza?
  • E soprattutto PERCHÉ si concretizza il problema?
  1. Individuare gli obiettivi. Definito il problema, bisogna anche visualizzare i TRAGUARDI CONCRETI che, una volta raggiunti, ci faranno affermare, senza alcun dubbio di aver risolto le nostre avversità.
  2. Affrontare il problema in modo strategico. Ricordiamo 3 tecniche utili per arrivare agli obiettivi già inquadrati:
  • TECNICA DEL COME PEGGIORARE. Se non si sono trovate modalità su come raggiungere i propri obiettivi, la cosa migliore è immaginare a come si possono peggiorare i propri problemi, così facendo si troverà automaticamente la soluzione al problema.
  • TECNICA DELLO SCALATORE. Semplicemente questa tecnica consiste nell’immaginare di aver raggiunto già il proprio obiettivo, e quindi di osservare i passi fatti, a ritroso.
  • TECNICA DELLO SCENARIO OLTRE IL PROBLEMA.

L’obiettivo di questo articolo è quello di offrirti degli strumenti più efficaci per affrontare al meglio i problemi che s’incontrano nel proprio percorso e di sfuggire al pericoloso “Paradosso del Lampione”.

Tuttavia, conta solo ciò che fai, non ciò che leggi. Abbi molta fiducia in te stesso e non perdere mai la speranza!

03 Giu 2021

L’economia di scala

L’economia di scala

L’economia di scala indica la relazione tra aumento della scala di produzione e diminuzione del costo unitario del prodotto, dato dal costo totale diviso per la quantità prodotta e che corrisponde pertanto al costo medio. Ma chiariamo nel dettaglio.

Come trarre vantaggio dalle economie di scala

Un aumento della produzione può portare a una riduzione dei costi sia fissi che variabili, per esempio i costi fissi come l’amministrazione sono ripartiti su più unità di produzione.

Inoltre, le economie di scala danno un vantaggio competitivo alle grandi aziende rispetto a quelle più piccole. Più grande è l’azienda, più bassi sono i suoi costi per unità e a volte può negoziare anche per abbassare i costi variabili. I governi, organizzazioni non profit e persino gli individui possono trarne vantaggio. Ogni volta che un’azienda produce di più, diventa più efficiente e di conseguenza riduce i costi. Gli stessi consumatori possono avvantaggiarsi di prezzi più bassi. Infatti l’economia cresce poiché i prezzi più bassi inducono un aumento della domanda.

Differenti Economie

Ci sono due tipi principali di economie di scala: interne ed esterne.

Le economie interne sono controllabili dal management perché sono interne all’azienda.

Le economie esterne dipendono da fattori esterni quali:

1) il settore,

2) l’ubicazione geografica o il governo.

Economie di scala interne

Le economie interne derivano da un maggiore volume di produzione, per lo più nelle grandi organizzazioni (acquisto all’ingrosso).

Questa economia riduce il costo per unità dei materiali necessari per realizzare i loro prodotti, utilizzando i risparmi per far aumentare i profitti o  trasferendo i risparmi ai consumatori per poi competere sul prezzo.

Potere di monopsonio e tipi di economie di scala

Il potere di monopsonio è il potere di quella azienda che acquista notevoli quantità di un prodotto, da poter ridurre i suoi costi unitari.

Le economie tecniche di scala originano da efficienze nel processo di produzione stesso i cui costi scendono dal 70% al 90% ogni volta che l’azienda raddoppia la propria produzione.

Le economie di scala manageriali si verificano quando le grandi aziende possono permettersi specialisti manager che gestiscono particolari aree dell’azienda in maniera eccellente.

Ad esempio, un venditore capace ed esperto ha l’abilità e l’esperienza per ottenere i grandi ordini.

Le economie di scala finanziarie significano che l’azienda ha un accesso più economico al capitale. Per esempio, una società più grande può essere finanziata dal mercato azionario con un’offerta pubblica iniziale. Pertanto, grandi aziende hanno rating creditizi più elevati e di conseguenza, beneficiano di tassi di interesse più bassi sulle loro obbligazioni.

Le economie di scala della rete si presentano principalmente nelle attività online. Per esempio un qualsiasi guadagno da un nuovo cliente è tutto profitto per l’azienda: eBay.

Economie di scala esterne

Un’azienda ha economie di scala esterne se le sue dimensioni precludono un trattamento preferenziale (si verifica spesso con i governi).

Ad esempio per proporre nuovi posti lavoro, uno stato spesso attira le aziende attraverso la riduzione delle tasse. Oppure Compagnie Immobiliari convincono le città a costruire strade che supportino i loro edifici. Anche grandi aziende in partnership con le università, riducono le spese di ricerca ottenendo notevoli vantaggi.

Purtroppo le piccole imprese non possono beneficiare di economie di scala esterne, a meno che riescano a raggruppare attività simili in una piccola area potendo sfruttare le economie di scala geografiche quali:

1) loft di artisti,

2) gallerie e ristoranti (vantaggio dello stare insieme in un quartiere artistico del centro).

Diseconomie di scala (rallentamento del progresso)

Quando un’azienda persegue eccessivamente le economie di scala da diventare troppo grande, tale crescita eccessiva è definita diseconomia di scala.

Quindi a volte sarebbe necessario più tempo per prendere decisioni, rendendo l’azienda meno flessibile e ad esempio creando problemi di comunicazione, soprattutto quando l’azienda diventa globale favorendo altresì, scontro di culture aziendali (con acquisti di nuove società).

Funzionamento delle economie di scala

Beneficiare delle economie di scala non è poi così arduo. Famiglie numerose in genere acquistano all’ingrosso e gli stessi produttori risparmiano sull’imballaggio e sulla distribuzione.

Il risparmio è di tutti. Economie di scala contro economie di scopo si verificano quando un’azienda crea più linee di prodotti, avvantaggiandosi dalla combinazione di funzioni aziendali, di linee di prodotti o processi di produzione complementari (profumi, prodotti di cosmesi, creme) vendendo tutte le linee di prodotti.