28 Set 2022

GLI ASPETTI NEGATIVI E LE AZIONI POSITIVE PER SCONFIGGERE IL PERFEZIONISMO

GLI ASPETTI NEGATIVI E LE AZIONI POSITIVE PER SCONFIGGERE IL PERFEZIONISMO

In una ricerca pubblicata su “Review of general psychology” si è potuto riscontrare come il fenomeno del Perfezionismo, inteso come attitudine alquanto diffusa ad apparire perfetti e a voler eccellere nel proprio campo professionale, o in generale nella propria vita, stia diventando una tendenza che può sviluppare una vera e propria patologia.

Esistono però due forme di perfezionismo, quella adattiva e quella disadattiva:
nella prima l’individuo risulta meticoloso, organizzato e puntuale nelle attività per il raggiungimento dei propri obbiettivi, mentre la facciata disadattiva è alimentata sia da preoccupazioni costanti sugli eventuali errori, sia da fallimenti a seguito dell’ansia.

Quali sono, quindi, gli aspetti negativi e positivi che caratterizzano questa attitudine?

La convinzione più profonda di essere tutto tranne che perfetti

Una radicata insicurezza può spesso portare a manifestare il bisogno di perfezionismo; può accadere, infatti, che il nostro giudice interiore ci costringa in qualche modo a essere sempre in stato di allerta, tensione e quindi non permettere di rilassarci e far vivere la vita semplicemente per ciò che è.

Il perfezionista nasconde una forte ansia e un bisogno di controllo

L’ansia va a scaturire quello che è il senso di inadeguatezza che spinge i soggetti perfezionisti ad essere alquanto performanti.
A tal proposito, esiste la cosiddetta tecnica della Mindfulness, che aiuta a ridurre lo stimolo costante del fare, migliorare e perfezionare in modo tale da concedersi un momento di relax.
Anche bassi livelli di stabilità emotiva e un forte atteggiamento critico verso sé stessi e il proprio operato, possono contribuire ad aumentare il circolo vizioso ansiogeno.

Coltivare una buona stima di sé

Tra le azioni che si possono mettere in atto vi è quella di coltivare relazioni autentiche:
ciò è importante per la propria autostima in quanto essere sé stessi significa aprirsi con gli altri, condividendo in piena libertà anche i punti di fragilità senza avere la percezione di essere attaccati o giudicati.

Imparare a festeggiare

Per modificare il nostro modo di percepirci, sarebbe utile imparare a festeggiare i nostri successi nella vita con le persone a noi care. Celebrare un momento di felicità o il raggiungimento di un obiettivo è molto importante perché significherebbe dare valore e amore a quel che si sta facendo. Infatti, un aspetto che può avere un forte impatto sulle nostre vite è quello di imparare ogni giorno a essere grati con noi stessi.

Imparare a sbagliare

Un esercizio utilissimo che possiamo mettere in atto ogni qual volta che siamo in preda al perfezionismo è quello di imparare a sbagliare deliberatamente:

Un’azione pratica, per esempio, potrebbe essere arrivare volutamente in ritardo di cinque minuti ad un meeting, oppure darsi un limite nel rileggere una mail prima di spedirla.

Lo scopo di questo esercizio, in primo luogo, è di soffermarsi sull’errore per poter imparare ad ascoltarsi e notare le diverse reazioni emotive che esso ha suscitato in noi; in secondo luogo, l’esercizio sarà molto utile per gestire al meglio il senso di inadeguatezza che ci perseguita.

Le pratiche di consapevolezza per controllare i pensieri intrusivi

Spesso può accadere che l’essere eccessivamente performanti a causa del senso di inadeguatezza che ci pervade, può alimentare il continuo rimugino di pensieri giudicanti.
Imparare a controllare i pensieri attraverso le pratiche di consapevolezza può essere utile per riuscire a vedere quanto già è stato fatto e quanto possano essere assurdi, a volte, certi pensieri intrusivi.

Per concludere

essere perfezionisti non è da considerarsi un male a tutti gli effetti: a volte l’insoddisfazione ci spinge e ci motiva a lavorare meglio, ma allo stesso tempo può diventare tossico, bisognerebbe quindi accettare eventuali fallimenti in alcune circostanze.
Errare è lecito, sbagliare è una vera lezione formativa.