10 Mar 2021

IL DESIGN THINKING

IL DESIGN THINKING

Il Design Thinking è l’insieme dei processi cognitivi, strategici e pratici attraverso cui vengono progettati prodotti, edifici e macchinari. Negli ultimi anni tale concetto si è spostato anche verso l’innovazione di prodotti e servizi.

È un approccio all’innovazione che si basa sulla capacità di risolvere problemi complessi utilizzando una visione ed una gestione creative. In origine, il Design Thinking (codificato attorno agli anni 2000 in California dall’Università di Stanford) era più che altro un approccio all’innovazione adottato da agenzie e studi di design, centrato sulle persone e sulla loro abilità di integrare capacità analitiche con attitudini creative. Oggi, invece, la sua diffusione sta permeando in settori molto diversi, ritenuti più distanti fino a qualche anno fa: in particolare, la consulenza direzionale, la trasformazione digitale e la progettazione di software e interfacce.

La metodologia manageriale del Design Thinking aumenta notevolmente la capacità delle organizzazioni (aziende profit, no profit, pubbliche amministrazioni ecc.) di prendere decisioni efficaci e redditizie, creando condivisione e “benessere” per tutti i suoi stakeholder, interni ed esterni. Ad esempio, può aiutare le aziende a risolvere problemi organizzativi interni, accompagnare la progettazione ed il lancio di una startup, supportare e rendere più efficienti i processi di realizzazione e distribuzione di un prodotto e/o un servizio, insegnando ai team aziendali a sviluppare il pensiero creativo, sul modello di quello del designer e ad utilizzare un approccio alla soluzione dei problemi ispirato al metodo scientifico utilizzato nella ricerca.

L’obiettivo del Design Thinking è quello di identificare una soluzione innovativa ad un problema, che soddisfi tre criteri fondamentali: gradimento (del mercato o degli attori), fattibilità e redditività o sostenibilità economica.

PRINCIPALI CAMPI DI APPLICAZIONE

Il Design Thinking è applicabile a tutti i tipi di i problemi, che siano di strategia, di organizzazione, di sviluppo nuovi prodotti o servizi:

  • Consulenza strategica e definizione della strategia aziendale a medio/lungo termine
  • Ideazione di nuovi prodotti e servizi (anche innovazioni radicali) o processi
  • Progetti di organizzazione e ri-organizzazione aziendale
  • Progetti di acquisizione, spin-off
  • Progettazione ed avvio di startup
  • Ciclo risorse umane e formazione.

Tale metodologia viene applicata da un team composto da diverse funzioni aziendali (secondo la natura del progetto) ed eventuali attori chiave extra aziendali (clienti, fornitori, partner, ecc.) sotto la guida di un “Project Leader”.

I PRINCIPI DEL DESIGN THINKING

Esistono quattro principi di fondo del Design Thinking:

  • Creatività – che fa leva sulla capacità delle persone coinvolte di essere creative, fantasiose, inventive;
  • Prototipazione – che velocizza i processi di Design Thinking perché consente di comprendere in maniera rapida punti di forza e di debolezza delle nuove soluzioni da implementare;
  • User Contribution – che riguarda il ruolo che l’utente finale ricopre nel processo di innovazione, fondamentale perché il Design Thinking nasce dalla volontà di guardare ai bisogni degli utenti ed aiutarli a risolverli;
  • Durata del processo – che può variare nell’ordine di ore, giorni, mesi e anni, perché il processo di Design Thinking predilige fasi e dinamiche divergenti, in cui si generano innumerevoli nuove idee attraverso lunghi momenti di brainstorming.

MODELLI DI DESIGN THINKING

L’Osservatorio Design Thinking for Business del Politecnico di Milano ha individuato quattro forme ed interpretazioni diversi che il Design Thinking può assumere a seconda delle sfide specifiche e degli obiettivi del progetto di innovazione.

– CREAZIONE DI VISION (metodologie che fanno leva su attitudini critiche ed interpretative):

  • Creative Confidence – è l’approccio che mira a creare all’interno delle organizzazioni i presupposti perché possano essere innovative e inclini al cambiamento, stimolando, ad esempio, attitudini quali empatia e tolleranza al rischio ed al fallimento.
  • Innovation of Meaning – attraverso quest’approccio, le imprese ridefiniscono la visione aziendale, i messaggi ed i valori legati ai prodotti e ai servizi che offrono (l’obiettivo è di individuare direzioni e strategie in grado di apportare valore sia all’organizzazione che le promuove sia all’utente finale).

– CREAZIONE DI SOLUZIONI (metodologie che fanno leva su competenze creative e ideative; sono le più diffuse tra società di consulenza, studi di design, agenzia digital e sviluppatori di software e tecnologie):

  • Creative Problem Solving – con cui le imprese innovano comprendendo i bisogni dell’utente e immaginando la più elevata gamma di soluzioni possibili per rispondere alle sue esigenze, per poi restringere il campo fino a trovare la soluzione dominante.
  • Sprint Execution – attraverso cui ci si pone un obiettivo di realizzare e testare prodotti efficaci al fine di apprendere dai clienti e migliorare la soluzione. È la metodologia in cui si fa più largo uso dei principi di Prototipizzazione e User Contribution.

COME SI ARRIVA AL RISULTATO

Si arriva al risultato attraverso un metodo strutturato in cinque fasi:

  1. Identificazione del problema e quindi dell’obiettivo;
  2. Identificazione del contesto (dati e attori chiave);
  3. Esplorazione e ricerca delle opportunità;
  4. Ideazione, prototipazione, test e validazione;
  5. Implementazione.

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