05 Dic 2018

Il legame tra welfare aziendale e comunicazione

Il legame tra welfare aziendale e comunicazione

Sono stati presentati a Milano i risultati dell’ultimo studio frutto della collaborazione tra Fondazione Censis e il provider Eudaimon. Il lavoro, dal titolo “Buona comunicazione e welfare aziendale equo”, si concentra sul grado di conoscenza che i lavoratori hanno del welfare aziendale e su quelli che possono essere gli effetti di un buon piano di comunicazione.

Quel legame indissolubile tra welfare aziendale e comunicazione

Come emerso dal  Primo Rapporto Eudaimon-Censis sul welfare aziendale in Italia, nel nostro Paese i lavoratori non sembrano conoscere adeguatamente le opportunità legate al welfare aziendale.  È proprio a causa di questo forte gap di conoscenza sul fenomeno che diviene essenziale attivare un piano di comunicazione efficace, che permetta a tutti i potenziali beneficiari di conoscere il paniere di servizi e prestazioni messi a disposizione dall’azienda.

Un’adeguata conoscenza del welfare aziendale può impattare fortemente anche sull’engagement dei dipendenti. Tra coloro che sanno cosa sia il welfare, infatti, risulta essere particolarmente elevata la quota di lavoratori che sostiene che tali prestazioni siano utili per migliorare la condizione dei lavoratori e il clima aziendale (61%). Questo contribuirebbe a rafforzare la tesi secondo cui chi dispone delle informazioni necessarie per accedere ai benefici tenderebbe a guardare con occhi diversi queste misure di natura aziendale.
Attenzione alla privacy

Potrebbe essere possibile replicare nel welfare aziendale modelli di comunicazione sperimentati da celebri piattaforme del web che, grazie alla rilevazione dei dati degli utenti, profilano le preferenze, i bisogni e gli interessi dei singoli per poi confezionarvi una comunicazione personalizzata?

Per far ciò è essenziale curare nei dettagli gli aspetti relativi alla privacy e al trattamento dei dati personali dei lavoratori; questi aspetti devono essere tenuti in considerazione da tutti gli operatori del settore e, ovviamente, da quelle aziende che vogliono introdurre autonomamente un piano di welfare aziendale efficace per i propri collaboratori.
Alcune considerazioni conclusive

Considerando l’ancora forte gap di conoscenza in materia di welfare aziendale e le difficoltà legate al reperimento delle informazioni per l’accesso ai servizi, la costruzione di una strategia di comunicazione modulata sulle caratteristiche demografiche, socioeconomiche e culturali dei lavoratori può rappresentare un passo cruciale per la buona riuscita di un piano di welfare.

Il coinvolgimento dei lavoratori in azioni informative consente di ottimizzare i risultati potenziali del welfare di natura aziendale; e questo vale sia per i dipendenti, i quali hanno così l’opportunità di essere pienamente consapevoli degli strumenti a sostegno delle loro necessità e bisogni sociali, sia per l’impresa, che posso godere di ritorni positivi in termini di engagement, clima aziendale e produttività.

L’evidenza della centralità della comunicazione e dell’informazione dei dipendenti in relazione al welfare aziendale è dimostrata anche dall’esperienza di quelle imprese che nel corso degli ultimi anni hanno introdotto la possibilità di convertire il Premio di Risultato. Secondo una recente indagine , in media, nelle imprese italiane, solo il 20% dei dipendenti sceglie di convertire una parte o tutto il Premio annuale in “budget welfare”. Come vi abbiamo spesso mostrato, questa percentuale tende a salire in quelle realtà in cui, anche grazie al coinvolgimento di soggetti esterni come i provider, si attivano percorsi informativi: è, ad esempio, il caso di Gefran, multinazionale italiana specializzata nella progettazione e realizzazione di prodotti elettronici e hi-tech, dove oltre il 50% dei lavoratori ha scelto i beni e i servizi di welfare piuttosto che il premio in denaro.

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