14 Ott 2020

PARENTING: COMPETENZE E FUNZIONI GENITORIALI

PARENTING: COMPETENZE E FUNZIONI GENITORIALI

Il concetto di parenting o competenze genitoriali, descrivono il modo in cui i genitori assolvono alle funzioni genitoriali. All’interno di tali contesti di studio della genitorialità è stato precisato che la “funzione genitoriale”, e la connessa disponibilità a fornire cure, includono capacità cognitive, affettive e relazionali che non sono riducibili alle attitudini o alle caratteristiche individuali del singolo genitore bensì a come queste riescono a incontrare le necessità specifiche di ogni figlio. Sulla base delle capacità di parenting si definisce la cosiddetta “idoneità genitoriale” che si compone di quattro livelli o aree di competenza:

1. Nurturant caregiving: accoglimento e comprensione delle esigenze primarie dei figli (fisiche e alimentari);

2. Material caregiving: le modalità con cui i genitori preparano, organizzano e strutturano il mondo fisico del bambino;

3. Social Caregiving include tutti i comportamenti che i genitori attuano per coinvolgere emotivamente i bambini in scambi interpersonali;

4. Didactic caregiving: sono le strategie che i genitori utilizzano per stimolare i figli a comprendere i proprio ambiente.

FUNZIONI GENITORIALI

Attraverso il ricorso a competenze di cura e di educazione, differenziate in relazione alle età e alle esigenze specifiche dei figli, i genitori o le figure alternative di accudimento assolvono a molteplici funzioni genitoriali, che rappresentano degli obiettivi generici e trasversali di supporto ad uno sviluppo equilibrato dei propri figli. Visentini individua 8 funzioni genitoriali:

  •  la funzione protettiva che include tutti quei comportamenti con cui si offrono cure in risposta ai bisogni di un bambino e, in modo particolare, al bisogno di protezione fisica e di sicurezza. Tale funzione si svolge sia attraverso la presenza fisica, visibile e osservabile dal bambino dentro la casa, sia mediante la capacità di far sentire la propria esistenza e partecipazione alla vita dei figli, facilitando l’interazione di questi ultimi con il loro ambiente.

  • la funzione affettiva che consiste nella capacità di strutturare il cosiddetto “mondo degli affetti” dei figli conferendo ad esso una qualità emotiva dotata di emozioni prevalentemente positive nell’interazione con il mondo degli adulti con cui si intrecciano legami significativi. Se i genitori sono in grado di vivere e condividere emozioni positive insieme ai loro figli, ciò contribuisce a costruire un mondo affettivo e relazionale sano intorno a questi ultimi. 

  • regolativa genitoriale: iperattivata con risposte intrusive che non danno il tempo al bambino di segnalare i suoi bisogni o stati emotivi; ipoattivata quando vi è scarsità o mancanza di risposte; inappropriata quando i tempi non sono in sincronia con quelli del bambino;

  • normativa: capacità del genitore di creare un sistema di regole flessibile che consentano al bambino e all’adolescente di fare esperienza e di creare le premesse per l’autonomia;

  • la funzione significante attività genitoriale finalizzata ad attribuire, alle percezioni e alle sensazioni dei bambini, un contenuto “pensato” e “pensabile”, tale da comprendere se stessi e il mondo. grazie a questa “funzione significante”, i genitori creano una cornice in grado di dare un senso ai bisogni, ai gesti, ai movimenti, alle espressioni e ad ogni aspetto del mondo in cui si inserisce un fanciullo

  • predittiva: capacità del genitore di predire la tappa evolutiva successiva, in modo da poter cambiare modalità relazionale con il crescere del bambino, e adeguarsi alle nuove competenze da lui acquisite;

  • rappresentativa e comunicativa: capacità del genitore di saper comunicare con il bambino, cioè scambi di messaggi chiari e congrui al suo sviluppo;

  •  funzione fantasmatica è costituita dall’abilità genitoriale di incoraggiare il mondo fantasmatico e le fantasie che supportano nei bambini sia la conoscenza della realtà, attraverso il confronto con ciò che non è reale, sia la costruzione della propria identità attraverso le fantasie su di sè. L’identità, infatti, si genera a partire dall’incontro del “bambino reale” con il “bambino desiderato” , ossia fantasticato dai genitori e dal bambino stesso

  •    funzione triadica che è intesa come l’abilità dei genitori di avere tra loro un’alleanza cooperativa, basata sul sostegno o quantomeno sul rispetto reciproco. 

UNA DEFINZIONE DI PARENTING

Il parenting è un processo multideterminato da aspetti anche sociali e culturali che richiamano le rappresentazioni sociali sul ruolo del genitore, del bambino e della famiglia nella società.
Il concetto di 
parenting può essere definito come un processo relazionale co-determinato dal bambino e dall’adulto identificato come figura di riferimento che determina lo sviluppo fisico e psico-socio-culturale ed educativo del bambino, in una dimensione spazio-temporale e socio-culturale.

STILI DI PARENTIG

In particolare, ogni genitore adotta un particolare tipo di comportamento verso i propri figli, definito stile di parenting. È emerso da alcune ricerche che lo stile di parenting è in relazione con il livello di soddisfazione coniugale: le coppie soddisfatte del loro matrimonio hanno maggiori probabilità di attuare uno stile costruttivo.

Un’ulteriore influenza che gli stili di parenting è sicuramente costituito dalle attese sociali nei confronti dei ruoli genitoriali. Il il contesto storico-culturale attuale ha completamente stravolto la concezione collettiva dei ruoli di genere: con l’ingresso nel mondo del lavoro extra-domestico, la donna deve riuscire a combinare il tempo del lavoro e il tempo della famiglia. Nondimeno, anche il padre è soggetto a notevoli pressioni sociali che lo portano, a seconda delle specifiche situazioni, a diversi livelli di coinvolgimento; possiamo rappresentarci un livello di partecipazione che va, da un estremo, da un aiuto assolutamente periferico fino, all’estremo opposto, all’assunzione della responsabilità totale del figlio.

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