30 Ott 2017

*Pillole: Operatore all’infanzia*

*Pillole: Operatore all’infanzia*

MODULO I. Psicologia dello Sviluppo: sfera cognitiva, emotiva e dinamiche familiari

La psicologia dello sviluppo studia l’evoluzione del comportamento e delle capacità dell’individuo durante tutto il percorso di vita. L’obiettivo di uno studio di questo tipo è la descrizione, spiegazione e comprensione dei vari processi di sviluppo lungo tutto l’arco di vita.

Si è generalmente portati a pensare che l’età adulta sia una fase di stabilità e l’età senile una fase di decadimento, ma è errato pensarla così se consideriamo i possibili nuovi apprendimenti degli adulti e le nuove acquisizioni degli anziani dovute alla plasticità neuronale.

Nelle prime fasi di sviluppo, che in questa sede (e per lo scopo del corso) interessano di più, vi è la creazione dei primi legami di attaccamento e il raggiungimento di una iniziale autonomia rispetto al contesto di crescita.

Perché ci interessa molto questo aspetto? Per il fatto che per noi è fondamentale capire le dinamiche che stanno alla base del comportamento infantile e della relazione di attaccamento tra il bambino e la madre (o un altro caregiver) per l’inserimento del piccolo all’interno di strutture educative per l’infanzia.

Il processo di inserimento al nido è formato da tre tappe: accoglienza, distacco, ricongiungimento.

Il momento dell’accoglienza serve ad individuare le strategie comunicative tra il nido e la famiglia, attraverso colloqui preliminari per conoscersi meglio ed instaurare un solido rapporto per rendere più serena la permanenza del bambino.

Al momento del distacco, il bambino si sentirà inizialmente spaesato, molto probabilmente piangerà o si dispererà, ma questo non sempre è un indice negativo, anzi, attraverso il pianto il bambino sfoga la sua frustrazione e la sua rabbia ma queste sono tappe a volte inevitabili, fino a quando il bambino non comprenderà che la madre sarà di ritorno a prenderlo e finché non avrà trovato nelle operatrici delle figure consolatorie alternative alla madre.

Il riconoscimento della centralità delle relazioni familiari del bambino è importante per tutta la durata del nido e, una particolare attenzione, deve essere data al momento del distacco e a quello del ricongiungimento, due momenti ponte che quotidianamente segnano il passaggio e l’ambientamento dalla casa al nido e viceversa.

È proprio per questo che un buon rapporto tra scuola e famiglia è importante sia per genitori che per il bambino: il colloquio di pre-inserimento prima, e il successivo colloquio con l’educatrice durante i primi giorni di inserimento, sono occasioni utili per conoscere la persona a cui affiderete il vostro bimbo, spiegare le vostre esigenze, esporre le vostre ansie e preoccupazioni.

Nei casi in cui vi sia un rapporto di interazione tra i due ambienti, quello scolastico e quello familiare, si riesce a garantire un percorso di crescita del bambino in cui ogni intervento educativo non si esaurisce in se stesso ma è parte di un sistema molto più ampio di relazioni.

Quando tornano a casa i bambini portano all’interno del contesto familiare le sensazioni e gli stimoli vissuti all’esterno, e allo stesso modo accade al contrario che emozioni e sensazioni vissute all’interno della famiglia vengono trasmesse anche nel contesto educativo.

Cosa accade, però, quando viene a mancare un solido rapporto tra scuola e famiglia?

Il bambino viene considerato come individuo slegato dal nucleo familiare e, ignorando i vari legami affettivi, i metodi pedagogici utilizzati si esauriscono in semplici metodologie tecniche che permettono al bambino di svolgere determinate azioni. Questa modalità educativa non tiene conto della realtà sociale nel quale il bambino vive e determina una eccessiva rigidità del servizio infantile.

Il team di Psyche at Work, con il corso di ‘Operatore all’infanzia’ (in partenza a Bari il 19 Gennaio e da quest’anno nelle nuove sedi di Lecce -dal 24 Febbraio- e Matera -dal 17 Marzo) promuove la formazione psicologica affianco a quella pedagogica per fornire una preparazione adeguata nella gestione dei piccoli e comprendere meglio le loro necessità ed esigenze per intervenire in maniera opportuna nei vari casi di difficoltà.

17 Ott 2017

Metodi pedagogici: La scuola vivente di Freinet [38]

Metodi pedagogici: La scuola vivente di Freinet [38]

Il naturalismo pedagogico di Célestine Freinet si inserisce nel complesso quadro storico del secondo Novecento: dopo la prima guerra mondiale, l’avvento dei regimi autoritari portò la popolazione ad una esasperazione dovuta alle privazioni delle conquiste ottenute precedentemente (diritto allo sciopero, alla riunione, etc.).

È in questo clima di insoddisfazione che Freinet, sostenitore di una cultura popolare, inizia ad elaborare un nuovo metodo pedagogico fruibile a tutti. Più che di metodo pedagogico, si deve, in effetti, parlare di ‘tecniche’ didattiche per rinnovare l’insegnamento scolastico e ridefinire le finalità dell’educazione.

Freinet nota delle mancanze sia sul piano della tradizionale attività didattica, sia riguardo al materiale cartaceo di studio (libri, manuali).

Come interviene Freinet?

Il Freinet cerca di strutturare un’attività didattica alternativa che non sia limitata allo studio continuo dei materiali di testo, ma che, piuttosto, sia vissuta in prima persona dall’alunno che per la prima volta svolge una lezione all’aria aperta, fuori dalle polverose aule buie e si confronta con il maestro attraverso le osservazioni dei fenomeni, a diretto contatto con la natura e con la realtà sociale.

Tutte le osservazioni fatta all’esterno dell’aula, e sulle quali il maestro basava il proprio insegnamento, dovevano avere un’importanza tale da riuscire a sostituire il rigido e schematico libro di testo, con una nuova tipologia di libro redatto collettivamente.

È proprio questa l’innovazione più celebre del Freinet, la redazione di un ‘libro di vita’, esposto e presentato ad altre classi per fornire spunti di riflessione e discussione, creando una vera e propria corrispondenza interscolastica.

Ma come avveniva la redazione pratica del ‘libro di vita’? Come fanno i ragazzi e il maestro ad elaborare un prodotto innovativo senza quei cospicui fondi che il Municipio rifiuta di destinare alla scuola?

L’innovazione più importante introdotta dal Freinet è l’introduzione della tipografia in classe con un duplice finalità: mettere nero su bianco le osservazioni e le esperienze vissute con il gruppo, e permettere agli alunni di godere di una quotidianità scolastica attiva che giova anche e soprattutto all’apprendimento pratico.

Scrive lo stesso Freinet che “la tipografia a scuola ha fatto diventare pratica quotidiana la libera espressione e l’attività creativa dei nostri alunni. Attraverso l’esperienza, più efficace dei ragionamenti che pretendono di essere scientifici, ha aperto nuovi orizzonti a una pedagogia basata sugli interessi reali, generatori di vita e di lavoro. Ha ristabilito l’unità del pensiero, dell’attività e della vita infantile; ha integrato la scuola nel normale processo di evoluzione individuale e sociale degli alunni”.

La pressa, l’inchiostro, la carta, sono tutti elementi che i bambini da questo momento possono toccare con mano e che li impegnano materialmente per creare prodotti nuovi che raccontino il loro modo di osservare e vivere la realtà. Tutta la produzione cartacea, però, non veniva abbandonata ma l’ingente quantità di materiale prodotto veniva raccolto tramite un apposito strumento, lo schedario, la cui elaborazione impegnò numerose persone, tra cui molti collaboratori del Freinet per far sì che potesse diventare una sorta di enciclopedia del sapere infantile fruibile a tutti.

La Dott.ssa Rita Laneve il 27 e 28 Ottobre terrà un workshop a riguardo, “I metodi pedagogici: come sceglierli e utilizzarli nei vari contesti educativi”, durante il quale si parlerà non solo delle tecniche di Freinet ma anche di molti altri metodi pedagogici (Montessori, Rousseau, etc.) e di come sceglierli in base ai diversi ambienti scolastici.

Per le iscrizioni, è possibile contattare la segreteria di Psyche at Work all’indirizzo info@psycheatwork.com oppure chiamare il numero verde 800.301657.

22 Nov 2016

Primo soccorso pediatrico

primo soccorso pediatricoSabato mattina nella sede di Psyche at work abbiamo imparato a salvare la vita ai bambini di età compresa tra zero e quattordici anni. Una vera e propria esercitazione su manichini rappresentanti le differenti età.
Gli esperti dell’IRC ci hanno insegnato cosa fare in caso di emergenza pediatrica, cosa possiamo fare quando i nostri bambini stanno male. Generalmente si persa che in situazioni come questa sia il panico a farla da padrone; panico che non ci permetterà di fare nulla di utile.

 

È un concetto sbagliato, il panico ci assale quando non sappiamo cosa fare. Dopo le esercitazioni siamo perfettamente in grado di riconoscere una situazione di emergenza e di mettere in atto semplici manovre salvavita.
Il corso per il primo soccorso pediatrico è destinato a mamme, papà, tate, baby-sitter e nonni. Si rivolge a tutti coloro che quotidianamente si prendono cura dei bambini. La prerogativa essenziale è quella di salvaguardare la loro vita e non permettere che un gioco o un boccone possano irrimediabilmente arrecare danni. L’importanza di tale esercitazione ce la danno i numeri dell’Istat: nel 2015 il 27% delle morti classificate come “accidentali” nei bambini da 0 a 4 anni avviene per soffocamento causato da inalazione di cibo o di corpi estranei. Passando nelle fasce d’età 5-9 anni e 10-14 anni la percentuale di morti per soffocamento diminuisce progressivamente (11,5% e 4,7%), ma rimane comunque tra le più significative tra le cause accidentali. Nella fascia di età tra 0 e 4 anni, l’inalazione di corpi estranei è la seconda causa di morte accidentale dopo gli incidenti stradali.
Trasformando le percentuali in valori assoluti, risulta quindi che ogni anno in Italia si verificano in media 450 casi di inalazione di corpi estranei, di cui il 60% (270 casi) riguarda bambini. Nonostante ciò, nel nostro Paese molte scuole elementari ed asili pubblici e privati sono ancora privi della formazione adeguata per ciò che riguarda la formazione ed abilitazione alle manovre di disostruzione pediatriche.
Inserendo questo modulo all’interno del corso per operatori all’infanzia, novità rispetto alla prima edizione, lo staff di Psyche at Work ha mostrato ancora una volta la sua totale dedizione alla cura dei bambini. Ha mostrato come essere un operatore all’infanzia sia una presa in carico a tutto tondo, come ogni altro impiego. Ci si assume non solo la responsabilità educativa, ma la salvaguardia del benessere generale dell’infante.

Il corso verrà replicato in sede con il raggiungimento di un numero minimo di 10 iscritti. Ribadiamo la nostra possibilità a fornirvi informazioni e delucidazioni sui costi, sulle modalità di svolgimento e sulla spendibilità di questa certificazione.

31 Ott 2016

Tra tecnologia e lavoretti: tu quale metodo educativo scegli [18]

Ogni occasione è buona per mettersi alla prova.

Da quanto tempo non vi cimentate con colla, nastrini e cartoncini? Durante il modulo dedicato alle attività montessoriale grazie alle mani magiche della Dott.ssa Rita Laneve, abbiamo imparato a creare dal nulla simpatici mostriciattoli per la notte di Halloween, per dimostrare che ogni giorno, ogni momento, ogni ricorrenza può essere quella giusta per giocare imparando!

Lavoretti di Halloween

Il proliferare di asili così detti montessoriani in tutta Europa, restituisce forza ad un pensiero pedagogico che per anni è stato appannaggio di classi di genitori esperti nel settore, genitori che ne hanno capito fin da subito le reali possibilità di un metodo educativo differente e che con ritardo è arrivato alla massa.

Oggi, se da un  lato le tecnologie hanno di sicuro agevolato molti processi della nostra vita, dall’altro hanno creato dei gap educativi non indifferenti.  Ci viene da sorridere quando un bambino ci dice che la gallina si trova al supermercato,  ma tra qualche anno quello stesso bambino, divenuto adulto, non sarà in grado di risolvere piccoli problemi di vita quotidiana come sostituire una lampadina, e se avremo la sfortuna di condividere con lui la quotidianità non susciterà in noi gli stessi sorrisi. Questo perche nessuno gli avrà mai dato la possibilità di cimentarsi nella soluzione di piccoli problemi, di sperimentare giocando, di apprendere  sbagliando, di affrontare la vita con creatività.

E allora vi chiediamo: Perché non offrire ai bambini una possibilità in più? Ad esempio basta un orto, un orto in un asilo! Con un semplice orto potrai  avvicinare il bambino all’ambiente ed educarlo alla cura.

Inoltre, coltivando l’orto il bambino potrà:

– acquisire autostima e fiducia nelle proprie capacità, perché proverà il piacere di far crescere fiori e piante, sentendosi utile e in grado di prendersi cura di una nuova vita;

– imparare il ciclo delle stagioni, osservando le trasformazioni della natura e delle piante;

– prendere confidenza con i prodotti dell’orto e provare soddisfazione nel vedere il frutto del suo lavoro diventare alimento indispensabile in cucina;

– apprezzare di più le verdure, provando ad assaggiarle.

In Italia, gli asili forniti di orto sono pochissimi e molto spesso sono localizzati nelle regioni del centro nord. Eppure gli effetti positivi dell’orto sull’educazione del bambino sono molteplici.

Psyche at Work ti aiuta ad avviare una struttura socio educativa per l'infanzia
Psyche at Work ti aiuta ad avviare una struttura socio educativa per l’infanzia

Se credi che l’educazione e la scolarizzazione non debbano passare solo sui  banchi e sulle lavagne mettiti in gioco, esci dagli schemi e realizza qualcosa di innovativo per i bambini e per il territorio.

La Regione Puglia offre finanziamenti per avviare strutture innovative. L’orto all’asilo è molto innovativo per il contesto pugliese.

Raggiungi due obiettivi: crei lavoro e offri una possibilità di crescita differente ai bambini.

L’orto nell’asilo è solo una delle idee educative innovative per la regione Puglia. Se la pensi come noi, contattaci! Aprire una struttura innovativa sarà più facile di quello che pensi.

12 Set 2016

Un autunno ricco di eventi [11]

Ben trovati cari lettori.

L’aria settembrina ci riporta in ufficio cariche di idee e di iniziative. Abbiamo lavorato per voi progettando nuovi corsi di formazione destinati a privati ed aziende e, tante nuove iniziative che vi vedranno protagonisti e partecipi.

ii-edizione-post-facebook-operatore-allinfanziaCome anticipato, torna a grande richiesta la nuova edizione del corso di operatori all’infanziahttp://goo.gl/SLBEBD

La seconda edizione in calendario da ottobre, nasce dalle richieste giunte direttamente in segreteria, grazie anche al passaparola delle corsiste della prima edizione. Come sappiamo la prima forma di pubblicità efficace è il passaparola. Questo è per noi motivo di orgoglio e un punto di partenza per offrirvi sempre il meglio. Il corso ha funzionato, ha raggiunto i suoi obiettivi, due corsiste stanno proseguendo con noi l’iter per avviare attività imprenditoriali grazie alle iniziative promosse dalla Regione Puglia in materia di auto imprenditorialità (bando NIDI e bando PIN); le altre ragazze sono impegnate con le attività di stage in strutture accreditate. A breve saranno ospiti del nostro blog e saranno felici di raccontarvi la loro esperienza, potranno rispondere a domande, dubbi e fornirvi informazioni sull’esperienza vissuta. Chi meglio di loro può aiutarvi nella scelta del corso?
Visto il successo della prima edizione, abbiamo deciso di mantenere intatta la formula organizzativa del corso: ci incontreremo tutti i weekend a partire dal 21 ottobre al 17 dicembre, dalle 14 alle 19 il venerdì e dalle 9 alle 14 il sabato.
Come per la prima edizione, il corso è stato strutturato in modo tale da fornire delle competenze tecniche destinate all’avvio e alla gestione di una struttura per l’infanzia come il certificato di HACCP per l’erogazione di alimenti in mensa. Raccogliendo i suggerimenti delle nostre corsiste, abbiamo implementato la seconda edizione con il corso di primo intervento pediatrico con relativo rilascio dell’attestato a cura di esperti dell’AIRC.
Psyche at work non è solo formazione per l’infanzia. E’ una società specializzata in servizi di consulenza e formazione per le piccole e medie imprese e per i professionisti, e i prossimi mesi ci vedranno impegnate anche nell’erogazione della formazione per queste tipologie di utenti.
Abbiamo tre eventi formativi in partenza. Ciascun evento avrà sede a Bari, presso la nostra sede in via Calefati 177 ed avrà un numero limitato di partecipanti, 10 per ciascuna aula, per garantirne la massima efficienza.
I corsi in partenza sono:
sposnsorizzazione-facebook1- Gestione Risorse Umane Per Pmi E Studi Professionali

Il corso ci vedrà impegnate in aula l’8 e il 15 ottobre 2016.
E’ un corso destinato a datori di Lavoro, manager e dirigenti di piccole imprese; persone in possesso di Laurea (triennale e/o specialistica) motivate ad intraprendere un percorso professionale nell’ambito della gestione delle risorse umane; diplomati con profili formativi o professionali riconducibili nell’ambito della gestione delle risorse umane.

Questo è il link diretto al corso http://goo.gl/VXzkBW
Qui potete ritrovare gli obiettivi formativi, il programma e tutte le informazioni relative alla durata, all’attestato rilasciato e al materiale didattico e alla modalità di partecipazione ed iscrizione.

selezione-personale2- Selezione Del Personale: processo di selezione breve, come selezionare un candidato in 10 ore.
Il corso prevede un’unica giornata di formazione sabato 12 novembre 2016 ed è rivolto a: persone in possesso di Laurea (triennale e/o specialistica) motivate ad intraprendere un percorso professionale nell’ambito della gestione delle risorse umane; diplomati con profili formativi o professionali riconducibili nell’ambito della gestione delle risorse umane; studenti che vogliano intraprendere un percorso professionale di assoluto valore sul mercato del lavoro

Questo è il link diretto al corso: http://goo.gl/sgtuA6
Qui potete ritrovare gli obiettivi formativi, il programma e tutte le informazioni relative alla durata, all’attestato rilasciato e al materiale didattico e le modalità di iscrizione al corso.

stress23- Stress lavoro correlato dalla valutazione alla redazione del DVR.
Anche questo corso prevede un’unica giornata di formazione
Il corso è destinato a psicologi, psicoterapeuti, studenti di Psicologia (Laurea Triennale e Specialistica) interessati a formarsi in materia di SLC.
Perché uno psicologo può occuparsi di valutazione e sicurezza? Scopritelo al link qui sotto.
http://goo.gl/m2l2hR

Una volta nella pagina potrete, anche in questo caso, reperire informazioni circa il programma, i docenti , il materiale didattico e le modalità di iscrizione al corso.

Tutte le informazioni relative ai corsi, alle offerte formative e ai servizi professionali offerti da psiche at work potete trovarle sul nostro sito www.psycheatwork.com, seguendo il nostro blog http://goo.gl/IWa3qh, guardando la nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/psycheatwork/?fref=ts , richiedendo informazioni all’indirizzo info@psycheatwork.com o chiamando i numeri 800.301657 – 3288050058.
Siamo a vostra completa disposizione per darvi informazioni circa i corsi, raccogliere suggerimenti e offrirvi consulenza e orientamento per l’avvio di attività imprenditoriali.

15 Lug 2016

Tiriamo le somme [09]

Le partecipanti al corso per operatori all'infanzia
Le partecipanti al corso per operatori all’infanzia

L’arrivederci alla prossima edizione vogliamo darvelo così, lasciando alla voce delle corsiste i commenti e i pareri sul corso di operatore all’infanzia appena concluso.
Ciascuna delle nove donne ci ha portato esperienza, competenza, interesse e sogni da realizzare.
Grazie al corso oggi si trovano più ricche come donne, mamme, zie e operatrici all’infanzia e hanno deciso di regalare a noi preziosi pareri ed opinioni che ci permetteranno di confezionare una seconda edizione migliore della prima, più cospicua di contenuti pratici, più snella di teorie e più spendibile nel mercato del lavoro.


Corso per operatore all'infanziaEcco alcune testimonianze:

Annarita è arrivata da noi perché cercava un corso per approfondire le tematiche dell’infanzia. Durante il corso ha capito di poter essere in grado di avviare una struttura, idea che prima del corso l’aveva solo parzialmente sfiorata. Oggi dice che il corso l’ha spronata, l’ha motivata. Ha apprezzato molto il modulo sulla sicurezza alimentare; grazie al corso ha imparato a leggere le etichette e a selezionare i cibi a seconda degli ingredienti presenti.

Al contrario Giusy, studentessa, ha trovato lo stesso modulo relativo all’alimentazione pediatrica troppo tecnico. Pensa che per i non addetti ai lavori sia difficoltoso avere delle routine alimentari in linea con le norme HACCP. Pensa che affidarsi ad un esperto sia la soluzione più pratica, anche se questo non le permetterebbe di abbattere i costi. In generale del corso dice “consiglierei a tutti i genitori di seguire un corso come questo, servirebbe loro a capire meglio come rapportarsi ai figli e a capire gli stili di attaccamento e le evoluzioni positive e negative che possono avere nelle relazioni”.

Corso per operatore all'infanzia - MODULO VIISerena, ha scelto il corso di Psyche At Work tra i tanti perché dice che lo ha trovato più ricco di contenuti e più spendibile nel mondo del lavoro. Lei è già impiegata in un asilo e cercava solo un corso che potesse rilasciare un attestato per renderla competente sul lavoro. Oggi dice di sentirsi pronta all’azione, immagina di poter avviare una struttura propria, di essere in grado di scegliere nuovi collaboratori e di offrire servizi qualitativamente adeguati a bambini e ai genitori.
Anche Annamaria lavora già in un asilo, anche lei grazie a questo corso si è scoperta potenziale imprenditrice, ha ritrovato in sé tanta voglia di fare, ha capito di essere capace di agire, ha aumentato la sua autostima e la consapevolezza nelle sue capacità.

Giovanna, operatrice all’infanzia e baby sitter da lunga data, ha trovato il corso completo, utile soprattutto per i moduli di psicologia, perche dice che nel suo lavoro spesso si trova a dover fronteggiare delle situazioni stressanti ma non riesce a capire cosa possano averle generate. Le lezioni di psicologia dello sviluppo della dott.ssa Clemente e della dott.ssa Gervasi renderanno possibili la comprensione e l’adattamento.

Dea, anche lei operatrice all’infanzia e titolare di una attività per bambini, suggerisce di implementare il corso con il modulo di primo soccorso per bambini che, accanto all’attestato di HACCP, lo renderebbe ulteriormente completo e garantirebbe ai genitori maggiore sicurezza e affidabilità.

Corso per operatore all'infanzia - MODULO VIIPer quanto concerne i moduli di autoimprenditorialità, sia Dea che Beatrice ci evidenziano difficoltà circa la comprensione degli stessi. Li giudicano molto tecnici e concettuali. Ci suggeriscono di accorparli e di renderli meno tecnici. Compresa la difficoltà, abbiamo spiegato loro che i moduli sono solo una prima infarinatura della materia e che per qualsiasi necessità sono sempre a disposizione consulenti ed esperti in materia pronti a suggerire soluzioni.
La fase d’aula si conclude così con tanti spunti di riflessione e con immensa soddisfazione per il lavoro svolto e l’impegno profuso. Ringraziamo tutti per la collaborazione e per il prezioso contributo offerto.

Lasciamo le ragazze al caldo sole estivo. Le ritroveremo a settembre riposate e ricche di energie, pronte ad affrontare la fase conclusiva del corso: lo stage in strutture convenzionate.

06 Lug 2016

Dall’idea alla comunicazione: facciamo conoscere la nostra impresa [08]

Scrivere un'idea imprenditoriale
Scrivere un’idea imprenditoriale

Due luglio, il corso di Psyche at work per operatori all’infanzia è giunto al termine.

A chiudere i lavori un altro modulo tecnico, quello tenuto dal’Ing. Fulvio Iavernaro che spiega alle corsiste come mettere nero su bianco la propria idea imprenditoriale e presentarla agli uffici preposti per avere dei finanziamenti pubblici o un semplice accesso al credito.

 

Nel dettaglio, sono stati analizzate due tipologie di presentazione: una è la stesura del classico business plan, uno strumento dettagliato che parte dall’analisi dell’iniziativa e man mano allarga la visuale alle competenze dei proponenti, al mercato di riferimento con l’analisi dei servizi già presenti, passa per l’analisi della concorrenza e giunge alla fattibilità economica e alla sostenibilità del progetto generale. Questa tipologia di presentazione è richiesta dai bandi regionali NIDI e MICROCREDITO, mentre a livello nazionale ci sono i bandi di INVITALIA: MICRIMPRESA E PRESTITO D’ONORE.

Business Model CanvasL’altra è la stesura del modello CANVAS, essenzialmente simile nelle linee giuda, presenta differenti blocchi di interesse, richiede minore dettaglio e approfondimento perché usa un linguaggio visuale, ovvero consente già visivamente di rappresentare il modo in cui l’azienda crea, distribuisce e produce valore. Ha un taglio maggiormente centrato sul mercato e sui servizi da offrire. Mira a rendere esplicita la possibile sostenibilità economica dell’idea aziendale nel tempo. Questa tipologia di intervento viene richiesta per avere accesso ai finanziamenti del nuovo bandi regionale PIN.

marketing e comunicazione
marketing e comunicazione

Una volta analizzata la possibilità di fare impresa, è necessario saper comunicare la propria realtà imprenditoriale, far conoscere al mondo che esistiamo, che siamo competenti e che possiamo offrire servizi per un determinato target. Tutto questo è stato affrontato in aula da Mirco Peragine, esperto in marketing e web communication. La domande principali sono: cosa voglio comunicare? a chi? Praticamente qual è il mio target di riferimento, dove posso intercettare i miei consumatori. E si passa dunque dalla campagna pubblicitaria classica a quella on line con l’utilizzo competente di social network e siti web.

Ad esempio, quando vedete un post pubblicitario su Facebook, qual è il primo elemento della comunicazione che attira la vostra attenzione? Cosa, secondo voi, rende una comunicazione pubblicitaria efficace sia on line che off line? Credete che ci siano delle differenze tra i due modi di fare pubblicità?

Siamo curiosi di sapere la vostra idea, potreste scoprire dei trucchetti per catturare l’attenzione dei vostri amici e clienti.

Inoltre, ricordiamo che gli esperti sono a vostra disposizione per rispendere a quesiti e per offrirvi al vostra consulenza sia per la presentazione di progetti, sia per la realizzazione di campagne di comunicazione efficaci.

Vi aspettiamo on line

21 Giu 2016

Giocare imparando [06]

Attività ludico-ricreative e laboratorialiLa realizzazione di attività manuali, l’uso di differenti materiali, l’assemblare,il ritagliare, in sintesi giocare imparando sono tutte attività centrali per la crescita dei bambini.

Nel modulo precedente abbiamo imparato quanto sia essenziale preparare l’ambiente di interazione del bambino secondo i paradigmi della pedagogia Montessoriana. Ricordiamo che è il periodo che va dai 3 ai 6 anni di età del bambino il momento di “formazione delle attività psichiche – sensoriali”.

I bambini  sviluppano i propri sensi concentrandosi sull’osservazione dell’ambiente circostante, ambiente che deve essere organizzato e predisposto a far sì che tale processo abbia luogo. Le attività manuali sono destinate a favorire l’educazione sensoriale, divenendo il presupposto per lo sviluppo dell’intelligenza e per l’estrinsecazione delle proprie potenzialità interiori.

Attività ludico-ricreative e laboratoriali

Nel modulo dedicato alle attività ludico ricreative e laboratoriali, la dott.ssa Rita Laneve ha insegnato allefuture operatrici all’infanzia come la creazione e la realizzazione di semplici lavoretti possa incidere positivamente sullo sviluppo psico-fisico dei bambini. Giocare con la sabbia, lavorare un pezzo di ovatta per trasformarlo in coniglietto, creare delle figure utilizzando elementi di riciclo, sono tutte attività molto semplici che arricchiscono l’esperienza del bambino, lo educano al tatto, gli insegnano a riconoscere vari elementi attraverso la loro consistenza, favoriscono lo sviluppo della sensorialità.

 

Attività ludico-ricreative e laboratoriali

Arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’evoluzione infantile in quanto coinvolgono tutti i sensi del bambino e ne rafforzano le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali. Per tutto il periodo della crescita, le attività ludico ricreative continueranno ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione. Inoltre, il gioco diviene anche il primo mezzo di educazione alla vita. La presenza delle regole,la gestione dei turni per utilizzare i materiali a disposizione, il rispetto dell’ambiente circostante, l’attenzione allo spreco sono piccoli tasselli che vanno a creare rinforzi positivi all’educazione civica, alla condivisione dello spazio e alla gestione dei tempi di gioco e di lavoro.

Attività ludico-ricreative e laboratoriali

 
Considerata la natura estremamente pratica del modulo, abbiamo pensato di regalarvi un mini tutorial di un’attività ludica per bambini disponibili sul canale Youtube di psiche at work e in una sezione specifica del nostro blog. Inoltre, a breve saranno disponibili altri mini tutorial utili per realizzare lavoretti per le festività natalizie e pasquali.

Il modulo ha riscosso molto successo tra le nostre corsiste. Parte da loro l’idea di condividere con mamme, papà e nonne le attività laboratoriali della dott.ssa Laneve, attività che aiuteranno il nostro bambino a “crescere giocando”.

Per partecipare è necessario prenotarsi inviando una mail a questo indirizzo info@psycheatwork.com o telefonando 800.30.16.57

15 Giu 2016

Bambini all’opera nella pedagogia montessoriana [05]

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Bambini all’opera nella pedagogia montessoriana

L’argomento del blog di oggi è uno dei temi centrali del corso per operatori all’infanzia. Vivere la crescita del bambino non solo come una fase della vita, ma trasformarla in un strumento per renderlo partecipe del mondo dovrebbe essere una delle sfide più affascinanti per ciascun genitore, educatore, insegnante ed operatore.

Il principio fondamentale della pedagogia montessoriana sta nel ruolo dedicato all’educazione, vista non come una tappa dello sviluppo, ma come una esperienza che accompagna l’individuo per tutta la vita, finalizzata a mettere fuori il potenziale che ciascun individuo dispone sin dalla nascita. Per aderire al meglio a questa missione, l’operatore all’infanzia deve conoscere in maniera approfondita i mezzi attraverso i quali trasformare la crescita del bambino in un insieme di esperienze costruttive.

Il focus fondamentale dell’approccio montessoriano sta nel considerare l’età dello sviluppo a partire dalla nascita fino ai 24 anni di vita. Le fasi sono quattro e ciascuna si differenzia per la tipicità dello sviluppo che le caratterizza. Ci saranno infatti, periodi creativi (infanzia e adolescenza) e periodi di crescita uniforme (fanciullezza e maturità).
In questa sede viene preso in considerazione il periodo creativo dell’infanzia che va da zero a tre anni.

Il viaggio nell’affascinante mondo della pedagogia montessoriana inizia con la pedagogia del fare: tutto, a partire dall’ambiente, diviene strumento per imparare, conoscere e crescere.
Si accendono i riflettori sull’importanza del movimento corporeo connesso allo sviluppo del pensiero,  dell’apprendimento, del linguaggio, sulla realizzazione di attività auto-rinforzanti, sul movimento autonomo per lo sviluppo della mente.

L’ambiente nel quale il bambino si muove è un “ambiente preparato” per permettere la spontaneità e la libera scelta delle attività da fare tra una gamma di attività possibili.

È bello, curato ed accogliente, per stimolare il desiderio di  esplorarlo, conoscerlo, appartenervi e prendersene cura; è ordinato e stimolante, per permettere alla curiosità di trasformarsi in concentrazione e memoria; è polifunzionale; è interconnesso ed interdipendente verso l’esterno.

I materiali di sviluppo sono progettati, implementati, strutturati per rispondere ad una precisa finalità; sono auto-educativi, ed auto-correttivi, così la percezione dell’errore, consente al bambino stesso di controllare l’errore e stimola la verifica, l’autovalutazione, l’autonomia. Tutto viene studiato nei minimi dettagli per permettere al               “creatore inconscio” di portare fuori il suo potenziale per creare se stesso come essere umano completo.

Tutto deve permettere alla “mente assorbente” del bambino di far emergere le energie creative.

In un ambiente volto all’auto educazione dunque, quale diventa il ruolo dell’operatore all’infanzia?

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All’operatore è affidato il compito di accompagnare il bambino nelle varie fasi della vita lasciando a lui la piena libertà di azione e movimento.

L’operatore diviene un vero e proprio maestro di vita e di cultura. È suo compito preparare l’ambiente nel quale il bambino dovrà trovare stimoli per crescere, scoprire, conoscere apprendere.

È colui che attraverso le attività dovrà organizzare e osservare lo sviluppo psichico del bambino.

All’operatore è affidato il compito di accompagnare il bambino nelle varie fasi della vita lasciando a lui la piena libertà di azione e movimento.

In base a quanto descritto, ci piacerebbe capire come, secondo voi, le differenti tipologie di educazione (classica e montessoriana) possano oggi coesistere in un ambiente scolastico abbastanza strutturato come quello italiano.

Quanto l’approccio montessoriano possa aggiungere valore all’esperienza educativa dei vostri figli? Cosa vorreste importare del metodo montessoriano all’interno della scuola tradizionale?

L’avvento della tecnologia può realmente essere considerata un valore aggiunto per l’apprendimento e per lo sviluppo del bambino già a partire dai primi mesi di vita, o sarebbe opportuno, almeno nell’età dell’infanzia, ricorrere a strumenti educativi classici?

In attesa delle vostri racconti, vi inviamo a seguire il blog per rimanere aggiornati sulle lezioni del corso.

Prossimamente parleremo di attività ludico ricreative per bambini.

07 Giu 2016

Alimentazione e cure per l’infanzia [04]

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Come da programma sabato scorso si è concluso anche il modulo sulla sicurezza alimentare per bambini e sulle malattie pediatriche. In aula due autorevoli docenti, la Dott.ssa Marika de Tullio che ha parlato di alimenti per l’infanzia, igiene e sicurezza alimentare e il Dott. Saverio Cramarossa che ha illustrato le principali patologie dell’infanzia, la prevenzione dei rischi e i cenni di primo soccorso.

Due argomenti molto interessanti, che abbracciano in maniera trasversale due mondi affini tra loro: quello dell’assistenza all’infanzia e quello delle mamme.

Introduciamo gli argomenti partendo da una domanda generale: cosa sono gli alimenti per l’infanzia?

E ancora: quali sono gli alimenti per la prima infanzia e quali quelli per l’infanzia?

 

Distinguiamo le due categorie: la prima infanzia va da 0 a 12 mesi di vita del bambino.

Gli alimenti per l’infanzia, invece, si riferiscono ai bambini di età compresa tra il primo anno di vita fino ai tre anni compiuti. Scendendo nel dettaglio, vengono conosciuti come alimenti per la prima infanzia (da zero a sei mesi) e alimenti di proseguimento (da sei mesi a tre anni).

La distinzione è necessaria proprio per la particolarità degli elementi riscontrati in queste differenti classi di alimenti. L’Italia  presta molta attenzione alla certificazione degli alimenti e dei contenuti degli stessi, sia in termini di agenti allergici sia come elementi contaminanti. Durante il corso è stato insegnato alle corsiste a leggere bene l’etichetta in modo tale da riconoscere la vera natura dell’alimento che si intende somministrare, andando oltre il messaggio pubblicitario che spesso presenta lo stesso alimento come altamente funzionale e ricco di elementi naturali e salutari.13329428_593988494092359_7448507769906506230_o

Si pensi al comune formaggino.  Spesso i bambini ne sono attratti, complici anche i jingle delle pubblicità che li incuriosiscono. Si pensi però alla presenza dei sali di fusione  che hanno appunto lo scopo di rendere la massa casearia in alimento solido. La sola presenza di questi agenti rende l’alimento non propriamente adatto ai bambini di età compresa tra i sei e i dodici mesi.

E di esempi del genere ce ne sono parecchi, in qualsiasi categoria alimentare: dalla pasta ai biscotti, dallo yogurt alla frutta in vasetto. Per questo è opportuno saper leggere l’etichetta, conoscere le sigle con cui vengono citati determinati componenti aggiuntivi, si tratti  solo conservanti e coloranti.

Ulteriore approfondimento è stato dedicato al latte e alle tecniche di svezzamento. Partendo dalle indicazioni sulla somministrazione delle poppate e sui metodi di svezzamento forniti dall’OMS, si sono analizzati due differenti approcci: lo svezzamento classico e l’auto svezzamento.

Ad esempio, voi mamme, che tipologia di svezzamento avere preferito per il vostro bambino?

Quella classica dal quarto- sesto mese in poi con classiche pappe proposte ad orari prestabiliti, o avete preferito l’auto svezzamento aspettando che fosse il bambino a chiedere di poter assaggiare un determinato alimento una volta seduto a tavola con voi?

13392298_594249107399631_5972279201749362322_oIl dottor Cramarossa, ha illustrato i  vari approcci definendo comunque quali sono le regole generali per lo svezzamento. Ha sottolineato come “in ogni caso è il  periodo che intercorre tra il 4° e il 6° mese il  periodo in cui il sistema immunitario intestinale tende a riconoscere come “amici” gli alimenti riducendo (ma non azzerando!) il rischio di sviluppare intolleranze alimentari.”

Alle corsiste sono state fornite anche indicazioni sulla frequenza settimanale con cui proporre degli alimenti sia in fase di svezzamento che in fase di mantenimento e su come cucinare gli stessi a seconda dell’età dei bambini.

Ad esempio, durante il primo anno di vita per i bambini è consigliata una alimentazione iposodica. Molte mamme continuano ad evitare l’aggiunta del sale nella cottura della pasta fino al secondo anno di vita.

Voi mamme e operatrici ritenette corretta questa scelta?

Il modulo si è concluso con un approfondimento sulle malattie esantematiche e sulle principali patologie pediatriche. È opinione comune che durante il primo anno d’asilo i bambini, venendo a contatto tra loro, siano più esposti al contagio facendo spesso verificare delle vere e proprie epidemie scolastiche.

Il dottor Cramarossa ha edotto le coriste sulla sintomatologia di ciascuna patologia, sulla specificità di ognuna, sulle terapie e sugli eventuali farmaci da somministrare, sempre previo consulto pediatrico.

Salvaguardare la salute dei bambini è il nostro principale obiettivo. Durante questo corso abbiamo coinvolto esperti che hanno messo a disposizione le loro competenze per formare personale qualificato e competente in materia.13350495_594247467399795_734334650233913328_o

Le vostre opinioni e le storie di vita ci aiutano a completare il lavoro intrapreso fin qui e ci offrono spunti per ulteriori approfondimenti.

Per questo l’opinione di ciascun lettore diventa essenziale in questa fase del percorso.

Anche le stesse corsiste e i docenti avranno modo di interagire e di approfondire specifiche tematiche affrontate in aula.

 

Miriamo ad essere migliori e i vostri contributi, dubbi, domande e storie di vita, di fatto, ci aiuteranno ad esserlo.

Staff@Psyche at Work