12 Set 2017

Rapporto scuola-famiglia. Come la scuola può sostenere la famiglia di un bambino autistico [33]

Rapporto scuola-famiglia. Come la scuola può sostenere la famiglia di un bambino autistico [33]

L’inserimento a scuola del bambino autistico, è problematico non solo per lui ma anche e soprattutto per la famiglia che non possiede, a volte, adeguate competenze per gestire al meglio il problema. In questo caso, bisogna chiedersi quale sia il ruolo dell’educatore e quanto sia importante che la scuola collabori con la famiglia fornendo assistenza adeguata.

I genitori rappresentano i maggiori esperti a cui rivolgersi perché sono le persone più vicine al bambino e possono suggerire agli educatori delle tecniche e delle strategie utili che magari in passato sono risultate efficaci: pur non possedendo elevate competenze, conoscono le abitudini del bambino, ciò che lo spaventa e le situazioni in cui appare più tranquillo.

Seguendo il problema da questo punto di vista, ci rendiamo conto dell’importanza della cooperazione tra la famiglia e la scuola senza la quale l’educatore, seppur in possesso di titoli elevati e di una lunga esperienza, riuscirebbe ad intervenire solo in maniera parziale.

Nel febbraio del 2012 il Censis realizza un’indagine, “La dimensione nascosta delle disabilità” (goo.gl/zMn6hn), nella quale i dati più evidenti risultano quelli dell’abbandono dell’attività lavorativa delle mamme di bambini autistici per assisterli costantemente.

Questo perché? Perché la scuola non è ancora pronta ad affrontare il problema e a formare educatori in grado di assistere adeguatamente il bambino autistico.

Parliamo di un’indagine del 2012 sì, ma è pur vero che con il passare degli anni, anche se il Ministero ha fornito linee guida, indicazioni e percorsi sempre più specifici, la specializzazione per gli insegnanti di sostegno e per gli educatori rimane un percorso generalizzato che non comprende studi specifici per l’autismo.

La famiglia del bambino autistico sarebbe giustamente più tranquilla se vi fosse la presenza costante di persone preparate e di insegnanti di sostegno che conoscano bene i fondamenti della pedagogia inclusiva (le metodiche di Schopler, il condizionamento operante, i metodi di comunicazione aumentativa e alternativa).

La necessità di fornire un’assistenza adeguata in ambiente scolastico è sicuramente uno dei punti più importanti quando si parla di relazione scuola-famiglia ma, d’altra parte, non si può tralasciare una seconda questione accennata prima: il forte coinvolgimento di genitori e familiari da parte della scuola.

Il lavoro di rete messo in atto tra insegnanti, educatori, medici, assistenti e genitori è utile a creare una sinergia che si manifesta nella realizzazione di un piano educativo personalizzato, utile per monitorare gli eventuali miglioramenti o peggioramenti del bambino autistico.

La presenza dei genitori è fondamentale durante la stesura del piano educativo perché questo, per funzionare, ha bisogno di continuità nel raggiungimento di obiettivi e strategie anche a casa.

John Cheng Gorman scrive che ogni rapporto insegnante/genitore ha una fase iniziale, una fase di mantenimento e una fase finale.

Durante la fase iniziale l’insegnante deve guadagnarsi la fiducia dei genitori per una futura collaborazione ed individuare gli obiettivi specifici e le strategie di apprendimento.

Nella fase di mantenimento l’insegnante utilizza gli incontri e le comunicazioni per accrescere e migliorare la comunicazione.

La fase finale porta ad un periodo di transizione durante il quale l’insegnante deve incoraggiare la famiglia ad affrontare il successivo step scolastico.

Quest’ultima fase è la più problematica per gli insegnanti di sostegno e per gli educatori. Nei casi in cui si riesca a creare un buon rapporto tra insegnanti e genitori, questi ultimi potrebbero essere riluttanti e non accettare serenamente il passaggio del bambino autistico in altre mani.

L’argomento, parecchio complesso e delicato, verrà trattato dalla Dott.ssa Grazia Delezotti, Psicologa e Psicoterapeuta, esperta in autismo e disturbi dello sviluppo, durante il workshop “Il bambino al nido: rilevare e gestire anomalie dello sviluppo” organizzato per venerdì 29 e sabato 30 Settembre.

Un secondo appuntamento è previsto per venerdì 6 e sabato 7 Ottobre con il workshop “La relazione tra scuola e famiglia: istruzioni per l’uso” della Dott.ssa Ida Gervasi, Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Familiare, dedicato totalmente al rapporto tra ambiente scolastico e familiare.

Per le iscrizioni, è possibile contattare la segreteria di Psyche at Work all’indirizzo info@psycheatwork.com oppure chiamare il numero verde 800.301657.