17 Set 2019

Valutazione Stress-correlato

Valutazione Stress-correlato

Lo stress è una reazione alla pressione psicologica che tutti noi affrontiamo quotidianamente. Non è negativo di per sé.

Esistono diversi tipi di stress, tra i quali:

  • l’eustress, stress positivo e necessario per affrontare gli impegni della giornata;
  • uno stress di tipo negativo, chiamato distress, capace di produrre conseguenze, anche gravi, sia sul piano psicologico che fisico se trascurato.

Quest’ultimo può influire sul rendimento nel lavoro, nei rapporti tra colleghi, nella soddisfazione personale in termini di efficienza ed efficacia della propria operatività,
con conseguenze e costi sia per il lavoratore sia per l’azienda sia per la sanità.

Numerose ricerche (tra le quali: “Ricerca sullo Stress correlato al Lavoro” di Cox T., Griffiths A.E. Rial Gonzales, Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, 2000) hanno infatti rilevato che lo stress lavoro-correlato è causa di varie patologie a diversi livelli:

  • disturbi fisici
    (cardiopatie, mal di schiena, cefalee, disturbi intestinali e gastrici, etc.)
  • disturbi psichici
    (ansia, depressione, difficoltà di concentrazione, ridotte capacità decisionali, etc.)
  • incremento di alcuni comportamenti nocivi
    (maggior consumo di tabacco, etc.)

La valutazione del rischio stress lavoro-correlato va condotta secondo le indicazioni già individuate per altri rischi lavorativi, sulla base del modello previsto dalle direttive europee.

Di fatto non è stata individuata una figura professionale preposta a tale valutazione.
Può farla anche il datore di lavoro stesso, o il consulente del lavoro che già si occupa di quell’azienda o il commercialista.

Le più recenti indicazioni INAIL/ISPESL (l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro ha assunto le funzioni dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, ora soppresso) suggeriscono una metodologia per la valutazione e gestione del rischio di stress lavoro-correlato, che è suddivisa in sei fasi:

  • Fase 1 – Preparazione dell’organizzazione
    In questa fase è necessario, prima di iniziare la valutazione vera e propria, che il Datore di Lavoro coinvolga i dirigenti, i responsabili e tutti i lavoratori. Verrà costituito un gruppo di coordinamento e steso un progetto che avrà come obiettivo la promozione delle informazioni sulla valutazione al fine di coinvolgere tutto il personale.
  • Fase 2 – Identificazione dei fattori di rischio stress – conoscenza dei Management Standards
    I membri del gruppo di coordinamento, insieme a tutti i soggetti coinvolti nel processo
    di valutazione del rischio, devono essere a conoscenza delle procedure valutative e in particolare dei Management Standards, ossia un “set di condizioni” che consente all’azienda di monitorare e gestire i rischi da stress lavoro correlato.
    Tale sistema è validato nel Regno Unito e in Irlanda. In Italia è validato dall’ISPESL.
    I Management Standards fanno riferimento alle sei dimensioni organizzative chiave1:

    1. Carico lavorativo (Domanda)
    2. Autonomia del lavoratore (Controllo)
    3. Supporto dell’azienda (Supporto)
    4. Relazioni con i colleghi (Relazioni)
    5. Ruolo del lavoratore (Ruolo)
    6. Gestione dei cambiamenti organizzativi (Cambiamento).

    I dati raccolti nelle prime due fasi, della metodologia qui brevemente presentata, identificheranno le condizioni di rischio su tre livelli: basso – medio – alto.
    Solo in caso di alto livello si procederà alle fasi successive alla 3.

  • Fase 3 – Raccolta dati – valutazione oggettiva e soggettiva
    La raccolta dati avviene attraverso tecniche di:

    • valutazione oggettiva (informazioni e dati già disponibili all’interno dell’azienda relativi alla struttura dell’azienda e a parametri concreti);
    • valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato da parte dei lavoratori (somministrazione del questionario di valutazione della percezione soggettiva
      dello stress lavoro-correlato modello ISPESL-HSE – questionario indicatore);
  • Fase 4 – Valutazione del rischio – esplorare problemi e sviluppare soluzioni
    Raccolte le informazioni iniziali, il Datore di Lavoro analizzerà i risultati mettendoli anche in relazione con i vari gruppi di lavoratori e discuterà le possibili soluzioni attraverso preferibilmente la creazione di un focus group con il coinvolgimento di un gruppo di lavoratori.
  • Fase 5 – Formalizzazione dei risultati – sviluppare e implementare piano/i d’azione
    In questa fase del processo valutativo si è steso, insieme ai lavoratori, un piano di intervento volto a prevenire o correggere eventuali criticità rilevate nelle precedenti fasi della valutazione.
  • Fase 6 – Monitoraggio e controllo del/i piano/i d’azione e valutazione
    della loro efficacia

    Tale fase prevede che si proceda a monitorare nel tempo ogni provvedimento adottato per verificarne l’efficacia, con particolare riguardo alle criticità emerse nelle fasi precedenti.

Se non si crede che il benessere psicologico di chi lavora possa influire anche sul rendimento e la produttività, fare una valutazione, proporre i questionari, non porterà a nessun vero risultato.

In questa atmosfera confusa e poco “convinta” si inserisce lo Psicologo del lavoro, l’unico consapevole dell’importanza del suo intervento.

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