Secondo Arthur et al. (1989) il concetto di “carriera” può essere definito come una sequenza di esperienze lavorative che una persona fa nel corso del tempo.
CARRIERA ESTERNA E INTERNA
Quando si parla di carriera, secondo Toderi e Sarchielli (2013), che riprendono Schein (1971), è indispensabile affrontare il tema della dualità tra “carriera esterna”, costituita da una serie di posizioni, responsabilità lavorative e aspettative organizzative, che si susseguono in una o più organizzazioni, e “carriera interna”, ovvero tutti i sentimenti, pensieri e cognizioni relativi al dove andare e al cosa dover fare per raggiungere l’obiettivo sperato e per superare gli ostacoli che si presentano nel cammino. In entrambe le accezioni, la carriera deve essere considerata come un processo lungo carico di atteggiamenti, comportamenti e sentimenti che si susseguono nella relazione tra persona e organizzazione.
LA CARRIERA DI PROPRIETÀ DEI LAVORATORI O DELLE ORGANIZZAZIONI
A questo proposito, la carriera può essere intesa da un lato di proprietà dei lavoratori, a cui spetta il compito di delineare il percorso utile al raggiungimento dei propri obiettivi, ma è anche di proprietà delle organizzazioni, in quanto con le loro pratiche, regole e direttive influenzano le esperienze lavorative e di conseguenza le carriere (Baruch, 2006). Quando si parla di carriera di proprietà delle persone, entra in gioco la contrapposizione tra “carriera soggettiva” e “carriera riuscita” proposta da Super, et al. (1996). La prima corrisponde ai tentativi individuali di esprimere in termini occupazionali cosa una persona vorrebbe essere e di ridefinire il proprio Sé mentre si affronta la realtà esterna, fatta di pressioni, difficoltà e cambiamenti. La carriera riuscita riguarda le percezioni e le emozioni che un lavoratore ha rispetto alla propria carriera, nello specifico rispetto al cammino intrapreso, al raggiungimento degli obiettivi prefissati e alla sua pienezza, oltre che alla somiglianza tra i valori personali e quelli organizzativi.
IL CAMBIAMENTO NELLA CONCEZIONE DELLA CARRIERA LAVORATIVA
La determinazione della carriera personale di un singolo lavoratore è fortemente cambiata negli ultimi anni, perché in passato il rapporto di lavoro prevedeva stabilità e sicurezza nel tempo, quindi le aziende assicuravano, secondo regole e direttive interne, una successione di promozioni basate in genere sull’anzianità di servizio e sull’impegno profuso; inoltre prevedeva maggiore libertà, autonomia e responsabilità per i lavoratori. Questi ultimi a loro volta avevano l’obbligo d’impegnarsi e dimostrarsi leali (Fraccaroli, 2005). Negli ultimi anni invece, si è parlato più frequentemente di precarietà lavorativa, di flessibilità nella carriera, di proattività, di auto-apprendimento e di auto-promozione; tutti questi concetti stanno acquisendo molta importanza per via del mutamento del mercato del lavoro, che non permette più, a differenza di prima, la possibilità di permanere nella stessa azienda per molti anni, ma che predilige rapporti di lavoro a breve termine. Questo è dovuto alla globalizzazione dell’ultimo secolo, con cui sono drasticamente aumentati scambi economici e rapporti internazionali, che vanno ad agire sulla competizione e sulla concorrenza; queste ultime a loro volta non permettono alle singole aziende di poter investire nel capitale umano a lungo termine, dunque per motivi puramente economici, si prediligono contratti brevi, aumentando la possibilità di sopravvivenza in un mercato competitivo e spietato, ove la parola d’ordine è “risparmio”.
BOUNDARYLESS E PROTEAN CAREER
A questo proposito, si possono presentare due nuovi costrutti di carriera: Boundaryless e Protean career (Hall, 2004). Boundaryless career o carriera senza confini è un concetto che si riferisce ai movimenti oggettivi che una persona compie all’interno degli stessi confini organizzativi o tra più posti di lavoro in diverse aziende (Hess, Jepsen & Dries, 2012). Queste transizioni non devono essere intese con un’accezione puramente negativa perché esse possono essere attraenti per tutti quei lavoratori che hanno acquisito, mediante tutte le varie esperienze (temporanee e non), una serie di competenze utili a mantenersi competitivi nel mercato del lavoro. A questo punto, l’idea secondo cui la carriera è delle persone assume sempre più importanza visto che, dal momento in cui essi escono dall’organizzazione, devono affrontare delle transizioni guidati dalle proprie aspettative e dalle proprie rappresentazioni. In secondo luogo, Protean career o carriera mutevole, al contrario del precedente costrutto, si riferisce alla parte soggettiva della carriera (Hall, 2004). Esso si concentra sulla necessità per il lavoratore di: ridefinire il Sé in risposta ai cambiamenti esterni; costruire il proprio capitale di carriera scegliendo le esperienze più significative; essere mutevoli per potersi adattare rapidamente all’uscita da un’azienda e all’ingresso in un’altra e di farsi personalmente carico della propria carriera.
CONCLUSIONE
Le carriere tradizionalmente erano lineari, ma stanno diventando sempre più spezzettate, visto che sono caratterizzate da ricollocamenti, mobilità, instabilità, contratti brevi e cambiamenti di lavoro. D’altro canto, gli stessi datori di lavoro non garantiscono stabilità dell’occupazione e sembrano aspettarsi lavoratori in grado di progettare e gestire autonomamente la propria vita personale e la propria carriera lavorativa; quest’ultima sarebbe caratterizzata dalla successione di contratti brevi e rinegoziabili. In questo contesto l’organizzazione non ha l’obbligo di prendersi cura delle singole carriere lavorative, che sono completamente nelle mani dei singoli lavoratori.
BIBLIOGRAFIA
- Arthur. M. B., Hall. D. T. & Lawrence. B. S. (1989). Generating new directions in career theory: The case for a transdisciplinary approach. Handbook of career theory: 7–25.
- Baruch. Y. (2006). Career development in organizations and beyond: Balancing traditional and contemporary viewpoints. Human Resource Management Review. 16(2):125-138.
- Fraccaroli. F. (2005). Progettare la carriera. Milano. Cortina.
- Hall. D. T. (2004). The protean career: A quarter-century journey. Journal of Vocational Behavior. 65: 1-13.
- Hess. N., Jepsen. D. M. & Dries. N. (2012). Career and employer change in the age of the “boundaryless” career. Journal of Vocational Behavior. 81: 280-288.
- Schein. E. H. (1971). The Individual. the Organization. and the Career: A Conceptual Scheme. The Journal of Applied Behavioral Science. 7(4): 401–426.
- Super. D. E., Savickas. M. L. & Super. C.M. (1996). The Life-span. Life-space Approach to Careers. in D. Brown & L. Brooks (Eds) Career Choice and Development. III ed. San Francisco. CA. Jossey-Bass: 121-178.
- Toderi. S. & Sarchielli. G. (2013). Sviluppare la carriera lavorativa. Il Mulino. Bologna.