21 Dic 2022

Le ancore di carriera

Le ancore di carriera

In questa società “liquida” caratterizzata da continui cambiamenti è possibile avere dei punti di riferimento per la propria carriera lavorativa?

Per carriera senza confini si intende l’insieme dei movimenti oggettivi che la persona fa tra posti di lavoro diversi. Invece, per carriera mutevole si intende l’esigenza di considerare il lato soggettivo della carriera, delineando il concetto di sé professionale.

Qual è la bussola per potersi orientare nel mondo del lavoro?

Edgar Schein si è interrogato su come le persone possano assumere un ruolo attivo nella gestione della propria esperienza lavorativa ed ha sviluppato il concetto di ancora di carriera per identificare le proprie priorità lavorative. Con il progredire dell’esperienza di lavoro, le persone acquistano un quadro sempre più realistico dei propri talenti, bisogni e valori, e tale conoscenza inizia ad agire come vincolo nelle successive prese di decisione.

Secondo Schein, sono necessari da 5 a 10 anni affinché una persona possa acquisire una conoscenza approfondita di sé, individuando le proprie esigenze e priorità.

Quali sono la ancore di carriera?

Diversi studi hanno condotto alla definizione di dieci ancore di carriera:

1. L’ancora tecnico-funzionale: implica l’importanza di sviluppare conoscenze sempre più approfondite nel proprio ambito.
2. L’ancora manageriale: è connessa alla scalata gerarchica e alla gestione di decisioni importanti.
3. L’ancora della creatività: implica lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
4. L’ancora di autonomia: ha come priorità l’autonomia nella gestione dei ritmi.
5. L’ancora di sicurezza: ha come priorità il sentirsi sicuri e stabili.
6. L‘ancora di occupabilità: pone in rilievo l’importanza di avere un lavoro.
7. L’ancora di internalizzazione: si concentra sull’importanza dello scambio culturale.
8. L’ancora dello stile di vita: pone l’attenzione sull’integrazione tra carriera lavorativa e bisogni personali.
9. L’ancora di servizio: attribuisce rilievo alla possibilità di migliorare la società.
10. L’ancora di pura sfida: si focalizza sulla competizione.

Conclusione:

In un clima di flessibilità lavorativa, precariato e incertezze, conoscere la propria ancora di carriera vuol dire avere un potente strumento di orientamento. Inoltre, conoscere la propria ancora significa orientare la propria carriera verso obiettivi precisi e coerenti con il proprio sé professionale.

14 Dic 2022

QUIET QUITTING IN AZIENDA: COME ARGINARE IL FENOMENO?

QUIET QUITTING IN AZIENDA: COME ARGINARE IL FENOMENO?

Cos’è il quiet quitting?

Il fenomeno del quiet quitting ha preso piede nel periodo post-pandemico, con l’affermarsi di forme di lavoro ibride e un conseguente senso di disorientamento dovuto alla difficoltà di ristabilire un equilibrio tra il lavoro e la vita privata.

Con quiet quitting ci riferiamo ad un “abbandono silenzioso” del posto di lavoro: ci si impegna lo stretto indispensabile per non essere licenziati. Ciò vuol dire che nel lavoratore vi è ormai un’alta percentuale di demotivazione, dovuta ad uno scarso interesse da parte dell’azienda nei confronti dello stesso in quanto persona, risorsa umana.

Quiet quitter e burnout

Non sempre il quiet quitter è una persona demotivata. Può capitare, infatti, che si tratti di un dipendente che ha speso tutte le sue energie fino ad arrivare al burnout, che sia stressato, oberato e/o che abbia ricevuto poca o nessuna gratificazione. A dimostrazione di quanto appena detto, possiamo affermare che i risultati di alcuni sondaggi riportano che 8 quiet quitter su 10 sono colpiti da burnout.

Il coaching come rimedio

Percepire supporto e incoraggiamento nello svolgimento delle proprie mansioni aumenta il grado di soddisfazione e di benessere dei lavoratori.
Il coaching aiuta i dipendenti demotivati a stabilire obiettivi realistici e stimolanti; in questo modo, si sentiranno maggiormente appagati e coinvolti e percepiranno una self-efficacy più alta. Coltivare il benessere dei lavoratori è essenziale per ridurre l’impulso a ritirarsi silenziosamente dalla partecipazione attiva.

La strategia del coaching aiuta anche ad incrementare il livello di fedeltà all’interno dei gruppi di lavoro: percependo l’impegno dell’azienda nei propri confronti, anche il lavoratore si impegnerà a dare il massimo.

Conclusioni

Come visto, il coaching è un valido metodo per arginare il fenomeno del quiet quitting, pertanto l’ideale per le aziende sarebbe promuovere e diffondere il più possibile questa strategia. Per scongiurare gli effetti più deleteri dell’abbandono silenzioso, dunque, sarebbe bene investire nel coinvolgimento della forza lavoro e puntare non solo alla produttività, ma anche e soprattutto al benessere organizzativo.

07 Dic 2022

Genere, politica e benessere psicologico

Genere, politica e benessere psicologico

Le donne, nella dimensione politica, sono imprigionate all’interno di una comunicazione double bind. Infatti, quando si comportano e si vestono secondo i modelli femminili, potrebbero essere viste come poco competenti nella sfera politica, venendo percepite come giocatrici soft. Invece, quando rifiutano il tipico look femminile, la loro performance è definita più competente e vengono percepite come giocatrici hard, ma è come se rifiutassero il cambiamento di genere. 

Inoltre, diverse ricerche hanno dimostrato come le persone creano delle inferenze a partire dalle caratteristiche di tipo fisico per, poi, arrivare a fare delle attribuzioni sui tratti di personalità, abilità e stati emozionali. Questo vale soprattutto per le donne che vengono giudicate in base all’estetica. A tal proposito, è possibile riflettere sul ruolo che ha avuto, all’interno della politica tedesca, la cancelliera Angela Merkel e sui commenti a riguardo. Durante la sua ascesa al potere, i commentatori non hanno esitato nel definirla “uomo d’onore”.

Che cosa determina l’associazione del potere al concetto di “uomo forte”?

La politica è di solito associata al concetto di “uomo duro e dominante”. Tuttavia, lo stereotipo dell’uomo forte e dominante implica delle conseguenze negative anche per l’uomo che non può esprimere determinate emozioni per non rompere l’idea “dell’uomo duro”. Agli uomini è chiesto di non apparire vulnerabili e, a tal proposito, alcuni studi hanno dimostrato che dietro la loro rabbia, in realtà, si nascondono altre emozioni come la tristezza e la paura.

Conclusione

I sistemi di credenze che supportano il legame tra uomo duro e potere creano un ambiente malsano per tutti. Ogni persona deve poter mostrare le proprie emozioni, determinazione, vulnerabilità e coraggio senza dover andare incontro a dei giudizi connessi agli stereotipi di genere.

È evidente come sia necessario sviluppare la propria identità scegliendo come comportarsi senza dover essere ingabbiati in una categoria o ruolo sociale, partendo da ciò che è buono per sé. La femminilità e la mascolinità sono degli artefatti culturali che si costruiscono sulla base di norme sociali e contestuali; pertanto, possono essere modificati con una giusta formazione, soprattutto nello scenario politico.