
L’abulìa (dal greco ἀβουλία, aboulìa), termine composto dal prefisso privativoἀ- (a-) e da βουλή (boulè) che significa volontà, indica un’«assenza di volontà»: per meglio dire, è una condizione più o meno patologica caratterizzata da una volontà cronicamente debole o insufficiente. Questo fenomeno comporta un’inibizione dell’attività fisica e cognitiva: il soggetto esita nel prendere una decisione in maniera autonoma e nel compiere una determinata azione, pur essendo consapevole della necessità di dover portarla a termine. Nei casi più gravi, l’abulia porta alla sospensione di qualsiasi atto volontario, conducendo il paziente all’inerzia totale.Quando una persona affronta una simile condizione, di solito chi le sta accanto tende a risollevarla e a darle semplici consigli, come “prenditi qualche giorno di riposo”, “esci e prova a staccare la spina, fatti un po’ di forza”. Eppure, nulla di tutto questo serve, sono inutili cerotti su una realtà psicologica che non capisce cos’è l’allegria e che non trova sollievo nemmeno in una dormita di 10 ore.
ABULIA E APATIA
Apatia e abulia sono termini spesso utilizzati come sinonimi o in maniera intercambiabile, eppure i loro significati sono piuttosto diversi.
L’apatia, infatti, si riferisce all’ incapacità prolungata di partecipare alle normali attività o eventi della vita quotidiana, mentre chi è affetto da abulia manifesta una marcata incapacità nel prendere decisioni, oppure a iniziare o portare a termine una qualsiasi azione e spesso si manifesta a seguito di uno stato di apatia nel quale è assente ogni stimolo ad agire.
CAUSE DELL’ABULIA
Malgrado i numerosi studi condotti nell’ambito dell’abulia, non sono ancora del tutto chiare le cause alla base di questa patologia. Attualmente gli sforzi dei ricercatori sono tesi a comprendere se l’abulia vada considerata come una complicanza di altre malattie neurologiche o debba essere considerata come disturbo indipendente.
L’origine dell’abulia sembra debba essere ricondotta ad un malfunzionamento circolatorio nell’emisfero sinistro dell’area frontale del cervello dovuto a malattia o trauma.
La patogenesi di questa malattia sembra essere associata con una riduzione della neurotrasmissione dopaminergica nei lobi frontali della corteccia celebrale, responsabile dell’attività motoria, della capacità di manifestare iniziativa, pianificare azioni rivolte a risolvere determinati problemi e a superare le avversità.
Pazienti con lesioni nella regione frontale del cervello manifestano infatti problemi di inerzia e inattività.
SINTOMI DELL’ABULIA
L’abulia non si manifesta esclusivamente con apatia e scarsa voglia di svolgere i propri doveri. Quali sono i sintomi clinici più riconoscibili in caso di abulia? Non è facile circoscriverli, ma è molto facile confonderli con momenti di semplice pigrizia e indolenza. Si tratta di uno stato ben più profondo, duraturo e persino interessante:
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Mancanza di energie per le attività quotidiane.
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Stanchezza, assenza di motivazione e di spirito di iniziativa.
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Movimenti lenti.
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Assenza di capacità di reazione agli stimoli.
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Incapacità decisionale, di reazione alle richieste del contesto di appartenenza.
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Linguaggio rallentato. Il soggetto fatica persino ad ascoltare quello che gli viene detto.
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Stallo emotivo: non si provano molte emozioni, ma se percepite ciò avviene all’unisono provocando affaticamento.
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Alcune persone finiscono per adottare una forma di mutismo.
Bisogna segnalare che è necessario prestare particolare attenzione ai bambini e agli anziani. Spesso potremmo pensare che questa apatia e assenza di motivazione siano associati all’età (troppo giovani o troppo anziani). In realtà, l’abulia colpisce anche questa fascia di popolazione ed è importante sapere cosa la scatena.
CURARE L’ABULIA
La terapia per l’abulia dipenderà dalla causa, ovvero dal disturbo o dalla condizione clinica da cui ha origine questo stato. Un paziente che ha subito una lesione cerebrale a seguito di un incidente non verrà trattato come qualcuno con una forma di depressione maggiore.
Nella maggior parte dei casi si parte da un trattamento farmacologico a base di antipsicotici atipici (nel caso della schizofrenia) o di antidepressivi (nel caso della depressione).
Al tempo stesso, è vivamente consigliato sottoporsi a psicoterapia. In questo caso l’obiettivo sarà quello di dotare i pazienti degli strumenti necessari per aumentare la motivazione, prendersi cura dei propri pensieri, regolare le emozioni e mettere in atto alcuni comportamenti utili al recupero del controllo della realtà.
Sono stati osservati interessanti benefici delle terapie fisiche e sportive, così come della fisioterapia. Muoversi anche con semplici attività motivanti aumenterà la produzione di endorfine e favorirà un nuovo contatto dal punto di vista fisico. Altre terapie rivelatesi efficaci nel trattamento dell’abulia sono le terapie considerate “alternative”, a base di rimedi fitoterapici quali erbe o piante, oli essenziali e minerali in grado di modulare il tono dell’umore, stabilizzare il ciclo sonno-veglia e l’appetito, oltre a contrastare l’ansia e la depressione che spesso si accompagnano a questa patologia.